Mafia e omicidi in Fargo 2 su Rai 4: 5 buoni motivi per vedere la serie basata sul film dei fratelli Coen

Su Rai 4 approda la seconda stagione di Fargo, la serie antologica basata sul film dei fratelli Coen. Perché dovete guardarla? Vi diamo 5 buoni motivi


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Situazioni grottesche, umorismo dark e una serie di improbabili eventi, narrati con uno stile particolare, attento a fatti e dettagli: Fargo è senza dubbio una delle migliori serie tv in circolazione. Se avete amato l’omonimo film dei fratelli Coen del ’96, apprezzerete lo show da cui è stato tratto.

La prima stagione con protagonisti Billy Bob Thornton e Martin Freeman è stata apprezzata e lodata ovunque; la seconda stagione ha fatto altrettanto. E ora sbarca in chiaro su Rai 4 con due episodi ogni venerdì sera alle 21:10.

Non è facile trasportare un film alla tv, ma Fargo ci è riuscito, trasformandosi in una serie antologica degna di nota e con un cast eccezionale. Nella prima stagione gli eventi narrati erano ambientati nel 2006, nella seconda fanno un passo indietro nel tempo e si collocano nel 1979, e si collega con i fatti accaduti nel ‘futuro-presente’. Perché bisogna guardare la seconda stagione di Fargo? Vi diamo 5 buoni motivi per seguirla.

1. Il cast di prim’ordine

Se nella prima stagione c’erano Thornton e Freeman a rubare la scena, nella seconda c’è l’imbarazzo della scelta, ma ogni personaggio non viene sottovalutato ed è importante. C’è un’improbabile Kirsten Dunst, nei panni di Peggy Blumquist, un’estetista di provincia che decide di dare una svolta alla sua vita; Patrick Wilson è Lou Solverson (che nella prima stagione è il padre della giovane poliziotta Molly), agente di polizia che indaga sui crimini della cittadina; Jesse Plemons nei panni del mito Ed, marito di Peggy; la candidata all’Emmy Jean Smart è la spietata matriarca Floyd della famiglia criminale dei Gerhardt; Ted Danson (attualmente in The Good Place) è Hank Larsson, sceriffo della contea di Rock.

2. La storia

La storia sviluppata nella seconda stagione è divertente, agghiacciante ma anche spietata e crudele. A seguito dell’uccisione di Rey Gerhardt (investito accidentalmente dai coniugi Blumquist), la famiglia mafiosa lotta tra lo scoprire i veri assassini del loro figlio e il controllo della mafia di Kansas City, che vuole espandersi acquistando le loro proprietà. Sul caso di omicidio indaga  il giovane agente della polizia di stato Lou Solverson e lo sceriffo Hank Larsson. La trama include anche l’incidente di Sioux Falls menzionato nella prima stagione.

3. La fotografia

Serie come Fargo colpiscono per la spettacolare fotografia che regala un senso di cinema. Tra campi innevati, lunghe sequenze, macchine d’epoca, la seconda stagione dà brividi e un senso di nostalgia per quegli anni che non torneranno più.

4. L’humour nero sempre presente

Tipico del cinema di Coen è l’elemento umoristico nero e grottesco. Le vicende in cui vengono coinvolti i personaggi sono a volte surreali e portano lo spettatore a chiedersi: “Ma come ha fatto ad arrivare là?” Che siano buoni o cattivi, ci si riesce ad identificare in ognuno di loro.

5. La morale e il ribaltamento dei personaggi

Spesso, i buoni non sono così “buoni”, così come i cattivi, che non sempre finiscono per fare cose cattive perché sono fatti così. Fargo insegna come all’istinto primordiale non si sfugge. Il caso e il destino non guardano in faccia a nessuno, e le persone più insospettabili possono rivelarsi dei serial killer. Un capolavoro di serie.