Al Giffoni Film Festival 2016 Luigi Di Maio “Referendum? No all’uomo solo al comando”

Il vicepresidente della Camera incontra i ragazzi del Giffoni Film Festival. E a margine dell’incontro ci rilascia un’intervista sull’attualità politica. Netti i giudizi sull’appuntamento referendario: “Una riforma fatta su misura per un’idea di paese che non mi piace”.

A Giffoni 2016 Luigi Di Maio

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Un amico di Giffoni”: così il direttore del Giffoni Film festival Claudio Gubitosi presenta al pubblico dei ragazzi il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, per la terza volta ospite della manifestazione. Anche stavolta è stato catturato dalla magia di Giffoni, come Luigi Di Maio ha spiegato nell’intervista che ci ha rilasciato a margine dell’incontro. “Ogni volta vengo qui a ricaricarmi, c’è un’energia incredibile. Mi rendo sempre conto di conoscere troppo poco il Festival e quindi spero di tornarci in futuro, anche da semplice cittadino”.

Naturalmente c’è spazio per l’attualità. Un’ordinanza del tribunale di Napoli ha disposto il reintegro degli grillini espulsi, che adesso vogliono un’assemblea dal movimento per chiedere la sostituzione di Roberto Fico nel direttorio con Federico Pizzarotti. È arrivato il momento per i Cinque Stelle di riflettere su alcune procedure e regole del Movimento? “Se ci saranno nelle sentenze nel merito che ci chiederanno di adeguare quegli aspetti burocratici del Movimento, ovviamente ci adegueremo – sottolinea Luigi Di Maio. Ricordiamo però che questa è un’ordinanza cautelare e aspettiamo il giudizio di merito”.

Le parole più nette Luigi Di Maio le spende per il Referendum: “Io sono per il No. Questo è un paese che ha bisogno di semplificazione, e la riforma non va in questa direzione. Non si risparmia nemmeno. Vogliono buttarla sulla questione dei soldi, ma si risparmieranno 50 milioni. Se tutti i parlamentari facessero come i quelli del Movimento 5 Stelle, tagliandosi lo stipendio, risparmieremmo 300 milioni”.

“E soprattutto – continua Luigi Di Maio – è una riforma fatta su misura per un’idea di paese che non mi piace. L’idea secondo cui c’è un solo uomo al comando che decide tutto. E che quindi sbaglia tanto”.

Luigi Di Maio teme una stagione in cui si parlerà solo di cose che non risolvono i problemi del paese: “Ho paura che si passeranno i prossimi mesi a parlare di legge elettorale e referendum, quando invece abbiamo dieci milioni di persone sotto la soglia di povertà, cinquantamila emigrati all’anno scorso e 380 imprese che chiudono ogni giorno. Così – conclude Luigi Di Maio – avremo sempre più cittadini che si allontaneranno dalla politica. A Roma sanno benissimo che legge elettorale e referendum sono cose che riguardano solo le loro poltrone, non le priorità dei cittadini”.