A chiunque, nei panni di Lorenzo Richelmy, sembrerebbe di essere in un sogno. Classe 1990, abruzzese di nascita e romano di adozione, l’attore muove i primi passi nel mondo della recitazione nel cinema italiano, e conosce la notorietà nel Bel Paese con la fiction I liceali. Ma è il 2014 che cambia la sua vita: Netflix lo sceglie per interpretare il protagonista nella serie Marco Polo, e ora Lorenzo presenzia a Giffoni 2016 per un incontro con la Giuria e una masterclass.
Insieme a Pierfrancesco Favino, che nella serie interpreta il padre di Marco, Niccolò Polo, Lorenzo porta un po’ di Italia nel catalogo Netflix, in una serie che viene distribuita e acclamata in tutto il mondo. Attraverso gli occhi del giovane esploratore, la serie ci rende testimoni dei tentativi disperati di Kublai Khan di tirare le fila dell’Impero Mongolo, e allo stesso tempo di espanderlo.
Anche se, come spiegato da lui stesso durante la conferenza stampa a Giffoni 2016, sull’eventuale terza stagione di Marco Polo non si sa ancora nulla, Lorenzo Richelmy si è dimostrato contento del personaggio che interpreta sul piccolo schermo, soprattutto perché dentro Marco c’è molta della personalità di Lorenzo.
Ai nostri microfoni a Giffoni 2016, Lorenzo ha raccontato Marco Polo dal suo punto di vista, tornando prima un po’ bambino: “A undici anni mi piaceva tantissimo nuotare: avevo bisogno di stare in acqua“, ricorda Lorenzo per noi.
https://www.youtube.com/watch?v=fNVatyUUdYI&feature=youtu.be
Tra le risate dei nostri Simons, Lorenzo Richelmy ha mimato le impressioni che il sé undicenne avrebbe avuto del “suo” Marco Polo. “Un sacco figo” e “Mazza che muscoli” scherza Lorenzo, sostenendo poi: “Spero che ad un bambino di dieci o undici anni adesso piaccia il personaggio non solo per il kung fu e i cavalli, ma anche per scoprire come un ragazzo di diciassette anni è riuscito a camminare dall’Italia alla Cina“.
Ma che tipo era, Marco Polo? “Era un italiano, era uno di noi” spiega l’attore: “Non c’erano Google Maps, non c’era l’Autogrill che gli dava l’acquetta: queste cose sono esistite, e non sono così lontane da noi quanto pensiamo“.
Un supereroe, quindi, questo Marco Polo? No, secondo Richelmy: “Non aveva nessun superpotere. Un eroe nel senso umano del termine, non ‘super’ con i poteri: si può diventare eroi, almeno di se stessi“.