Gli attori di Game of Thrones nei campi profughi, l’attacco all’UE: “Così trattate i rifugiati?” (video)

Gli attori di Game of Thrones visitano i campi profughi in Grecia e lanciano un appello all'Unione Europea

Video attori Game of Thrones nei campi profughi

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Le star di Game of Thrones hanno prestato volti e voci ad una causa encomiabile, sollevando l’attenzione sulla drammatica e sottovalutata emergenza profughi che non trova, in Europa più che nel resto del mondo, la giusta considerazione e un’efficace metodologia risolutiva.

Lena Headey, Maisie Williams e Liam Cunningham hanno lanciato un appello ai leader dell’Unione Europea, un accorato invito a fare di più e meglio di quanto realizzato finora per i circa 57.000 rifugiati in fuga dalla guerra civile in corso in Siria e attualmente bloccati in Grecia, impossibilitati a spostarsi negli altri paesi europei in mancanza di adeguate norme che gestiscano efficacemente i flussi migratori verso le coste europee.

Il cast di Game of Thrones si è recato in visita al campo profughi allestito negli ultimi mesi nell’isola di Lesbo e in quelli presenti in altre località, nella già sofferente Grecia afflitta dalla crisi economica. Gli attori hanno preso parte alle operazioni dei programmi del Comitato internazionale di soccorso in Grecia: hanno realizzato diverse escursioni nei luoghi di maggiore sofferenza, incontrando i profughi interessati dall’accordo internazionale tra l’UE e la Turchia dello scorso marzo.

A Lesbo la Headey ha incontrato una giovane donna siriana che ha viaggiato da sola con tre bambini, tutti al di sotto degli 11 anni, per fuggire dalla Siria. A Cherso, nel nord della Grecia, la Williams ha incontrato un giovane aspirante attore siriano, che ha visto andare in frantumi i suoi sogni artistici. Cunningham ha incontrato padri afghani e siriani che hanno spiegato la scelta obbligata di lasciare i loro paesi e hanno raccontato all’attore come vivono da rifugiati.

Questo il messaggio di Lena Headey per i vertici UE.

“Questa gente laboriosa e intelligenti vuole solo tornare a casa: vogliono tornare nelle loro comunità e nei loro quartieri. Vogliono che i loro figli possano proseguire gli studi. Vogliono continuare a seguire l’università, ma sono bloccati. (…) Possiamo fare di meglio per loro. Dobbiamo fare di meglio per loro”.

La Williams ha sottolineato come i profughi vogliano semplicemente poter vivere nelle loro nazioni “che noi abbiamo distrutto” e ha definito inumano lasciare che dei bambini pieni di sogni e di speranze siano abbandonati a loro stessi senza una possibilità di crescere come dovrebbero: “Dove è l’umanità che rende accettabile il loro abbandono nei campi profughi? In Europa!“.

Cunningham ha parlato di “un maremoto, una crisi artificiale“, ricordando che sono ormai 57.000 le persone bloccate in Grecia. “Campi profughi in Europa? Davvero è questo il modo in cui i maggiori leader dell’Unione Europea desiderano rispondere alla crisi dei globale dei rifugiati?“. Domanda, purtroppo, ancora inevasa.