In Ha perso la città il malinconico realismo di Niccolò Fabi : video e testo del nuovo singolo

Video e testo del nuovo singolo di Niccolò Fabi, l'apripista Ha perso la città, in radio dal 18 marzo

Video e testo del nuovo singolo di Niccolò Fabi Ha perso la città

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Con Ha perso la città Niccolò Fabi torna ufficialmente in radio col primo singolo tratto dal nuovo album di inediti in arrivo ad aprile.

Da venerdì 18 marzo è in radio il primo estratto da Una somma di piccole cose, di cui è già stata svelata anche la title-track: con una ballata malinconica e densa di significati il cantautore romano ha scelto di dare inizio ad un nuovo capitolo discografico, rappresentato da un disco interamente suonato da Niccolò in uscita per Universal Music il 22 aprile. Ottavo album in studio da solista per lui, a due anni di distanza dal grande successo de Il padrone della festa del trio Fabi-Silvestri-Gazzè e a 4 anni dall’ultimo progetto Ecco.

Ha perso la città, disponibile in download e in rotazione radiofonica, è un brano velato di malinconia ma estremamente attuale e realistico, a tratti molto crudo. Un testo che scatta una fotografia precisa del nostro tempo attraverso immagini che si susseguono e che raccontano in che modo sono cambiate le nostre città e i nostri paesi in questi ultimi anni: dalla cementificazione selvaggia alla perdita degli spazi di aggregazione, dal traffico incessante alle nuove mode che surclassano le realtà di un tempo.

Il senso del brano è tutto nel ritornello, che sottolinea come il senso di comunità sia diventato ormai sempre più inconsistente nell’era delle città metropolitane: “Ha perso la città, ha perso un sogno, abbiamo perso il fiato di parlarci (…) ha perso la comunità abbiamo perso la voglia di aiutarci“.

Il video ufficiale, diretto e prodotto da Roberto Biadi, rappresenta perfettamente il senso di smarrimento evocato dal brano.

Ecco il testo di Ha perso la città.

Hanno vinto le corsie preferenziali
hanno vinto le metropolitane
hanno vinto le rotonde e i ponti a quadrifoglio
alle uscite autostradali

Hanno vinto i parcheggi in doppia fila
quelli multi-piano vicino agli aeroporti
le tangenziali alle 8 di mattina e i centri commerciali
nel fine settimana

Hanno vinto le corporazioni infiltrate nei consigli comunali
i loschi affari dei palazzinari
gli alveari umani e le case popolari
i bed & breakfast affittati agli studenti americani
hanno vinto i superattici a 3.000 euro al mese
le pu**ane lungo i viali sulle strade consolari
hanno vinto i pendolari

Ma ha perso la città, ha perso un sogno
abbiamo perso il fiato per parlarci
ha perso la città, ha perso la comunità
abbiamo perso la voglia di aiutarci

Hanno vinto le catene dei negozi
le insegne luminose sui tetti dei palazzi
le luci lampeggianti dei semafori di notte
i bar che aprono alle 7

Hanno vinto i ristoranti giapponesi
che poi sono cinesi anche se il cibo è giapponese
i locali modaioli frequentati solamente da bellezze tutte uguali
le montagne d’immondizia gli orizzonti verticali
le giornate a targhe alterne e le polveri sottili

Hanno vinto le filiali delle banche hanno perso i calzolai
e ha perso la città
ha perso un sogno
abbiamo perso il fiato per parlarci
ha perso la città ha perso la comunità
abbiamo perso la voglia di aiutarci