Taylor Swift bacchetta anche Apple Music: botta e risposta su streaming e diritti

Le pressioni di Taylor Swift su Apple Music hanno sortito il loro effetto: ecco l'esito del confronto sulle royalties e lo streaming

Taylor Swift contro Apple Music

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Taylor Swift preferisce mantenere il suo ultimo album record di vendite ben lontano da qualsiasi piattaforma streaming: dopo aver ritirato la sua discografia da Spotify e aver rifiutato di partecipare al lancio di TIDAL come socia fondatrice nonostante l’insistenza di Jay Z, la cantante ha deciso di non unirsi nemmeno al nuovo servizio in streaming Apple Music.

Secondo Buzzfeed, che ha pubblicato la notizia negli Stati Uniti, i precedenti album di Taylor Swift saranno disponibili sul nuovo servizio in streaming di Apple, ma non ci sarà l’ultimo album 1989: “Una strategia che costringe i consumatori a comprare l’album nei negozi o cercarlo in altri modi. La strategia non compromette le prestazioni aziendali: ‘1989’ ha venduto quasi 5 milioni di copie dalla sua uscita, diventando il più venduto dello scorso anno e del 2015 finora” scrive Buzzfeed.

In una lettera aperta Taylor Swift ha spiegato le motivazioni della sua scelta, che poi sono le stesse avanzate per il ritiro dei suoi album da Spotify: la cantante si dice in disaccordo con l’offerta di Apple Music di regalare tre mesi di prova gratuita agli utenti del servizio senza remunerare artisti e lavoratori dell’industria discografica.

Non sono certa sappiate che Apple Music non pagherà scrittori, produttori o artisti per questi tre mesi. Trovo che questo sia scioccante, deludente e completamente in controtendenza per un azienda storicamente votata al progresso e generosa.

A costo di apparire avara e interessata unicamente al profitto, Taylor Swift ha scelto la via drastica e spiega che si tratta di una questione di principio, perché col suo successo non teme certo le mancate royalties.

Non si tratta di me. Per fortuna, io col mio quinto album posso sostenere me stessa, la mia band, la mia squadra e tutto il management con gli spettacoli dal vivo. Si tratta dei nuovi artisti o band che hanno appena realizzato il loro primo singolo e non saranno pagati per il loro successo. Si tratta del giovane cantautore che può saldare i suoi debiti attraverso le royalties. Si tratta del produttore che lavora instancabilmente per innovare e creare – proprio come gli innovatori e creatori di Apple stanno sperimentando nel loro campo – ma non sarà pagato per un quarto di un anno per le sue canzoni. Queste non sono le lamentele di una bambina viziata e petulante. Sono le dichiarazioni che fanno eco a quelle di ogni artista, scrittore e produttore nei miei circuiti sociali che hanno paura di parlare pubblicamente perché ammiriamo e rispettiamo Apple così tanto.

Apple ha risposto alla lettera critica di Taylor Swift attraverso una nota di Eddy Cue: via Twitter il Senior VP ha fatto sapere che l’azienda pagherà tutti gli artisti: “Apple si assicurerà sempre che gli artisti vengano pagati, pagherà gli artisti per lo streaming, anche durante il periodo di prova per i consumatori

Secondo Billboard, Cue ha telefonato all’artista e ha aggiunto che le sue parole hanno confermato l’esigenza di un cambiamento: in seguito alle sue critiche, Apple Music ha deciso di pagare gli artisti durante il periodo di prova. La cantante ha reagito su Twitter dicendosi contenta e sollevata per essere stata ascoltata.


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