Whatsapp bandito dalle scuole? Scatta la rivolta dei presidi

Emergono dettagli interessanti su un'iniziativa in Emilia Romagna, che tuttavia vuole estendersi rapidamente all'intero Paese

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Arriva direttamente da Parma un’iniziativa che probabilmente non farà piacere ai ragazzi che usano Whatsapp a scuola, soprattutto per coloro che non hanno compiuto ancora i 16 anni. Stanchi del costante utilizzo dello smartphone in classe, e in particolare della suddetta applicazione, i presidi della cittadina emiliana e della provincia si sono uniti in una lettera pubblica che sta cominciando a fare il giro del web.

Su quali punti si insiste affinché venga eliminato (o quantomeno limitato) l’utilizzo di Whatsapp in classe? In primis su un aspetto del regolamento della stessa app che forse non tutti conoscono:

“Pochi lo sanno, ma tutti i nostri alunni del primo ciclo usano WhatsApp illegittimamente. Dicono infatti i Termini di servizio che devi “avere almeno 16 anni perché il servizio WhatsApp non è pensato per minori di 16 anni. Se hai meno di 16 anni non hai il permesso di utilizzare il servizio WhatsApp”.

Dettaglio non da poco, che di certo però non potrà portare ad un controllo preventivo da parte degli istituti scolastici per evitare che in classe vengano introdotti device Android e iOS dotati appunto di un’app come Whatsapp. Quali possono essere, pertanto, i rimedi per mettersi alle spalle una problematica di questo tipo? La soluzione proposta è a mio parere alquanto banale, oltre che poco realistica: l’invito è ai genitori, affinché si prendano i provvedimenti necessari per un uso limitato di Whatsapp, o addirittura per la sua cancellazione.

Staremo a vedere quali effetti avrà questa iniziativa, per certi versi clamorosa, contro un’app ormai troppo diffusa come Whatsapp. La mia sensazione è che si tratti di un buco nell’acqua, fatta eccezione per una riflessione generale sulla questione e per eventuali contromisure a lungo termine per le scuole, ma ovviamente tutto è possibile.