Applicazioni come Facebook e Whatsapp, si sa, sono tra le più utilizzate dai giovani di oggi per la messaggistica istantanea. Altrettanto vero, purtroppo, che l’utilizzo di questi strumenti a volte assume connotazioni incredibili e volte ad attività illegali, come nel caso che voglio riportarvi oggi.
Nel titolo ho parlato di “spaccio 2.0”. Il motivo? In queste ore è stata letteralmente smantellata una rete di spacciatori dagli uomini della Squadra investigativa del Commissariato di Monza, che nell’occasione sono stati ben supportati dalla Questura di Bergamo. L’operazione è stata chiamata non a caso “Sballo 2.0“.
I contatti tra gli stessi spacciatori e i clienti avvenivano spesso e volentieri su Whatsapp o Facebook, grazie all’utilizzo di un vero e proprio codice che ha reso piuttosto complicate le indagini nel corso delle ultime settimane, ma ha anche portato all’arresto di qualcosa come 61 persone.
Un esempio di questo nuovo modo di utilizzare app come Facebook e Whatsapp? Partendo dal presupposto che il parallelismo è inevitabile, visto che i tratti in comune tra la messaggistica istantanea delle due app sono sempre di più (per ovvi motivi), è interessante evidenziare che spesso e volentieri le ordinazioni da parte dei clienti avvenivano attraverso l’utilizzo di una particolare emoction. Per intenderci, inviando un quadrifoglio veniva fatta esplicita richiesta di una dose di marijuana.
Da evidenziare anche alcune espressioni usate spesso e volentieri in conversazioni di questo tipo: “andiamo a bere” stava per “acquistare Ketamina liquida”, mentre “10 libri di scienze” era utilizzato per chiedere “10 grammi di marijuana”. Purtroppo di storie come queste se ne sentono parecchie, coinvolgendo sempre più spesso Facebook e Whatsapp, anche se raramente ci siamo imbattuti in questi anni in un vero e proprio codice utilizzato attraverso applicazioni di questo tipo.