Gianna Nannini a processo per evasione fiscale? Arriva la richiesta del pm

Una brutta vicenda giudiziaria per Gianna Nannini: è arrivata la richiesta del pm titolare dell'inchiesta per evasione fiscale

Gianna Nannini a processo per evasione fiscale?

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Conclusa la fase delle indagini, per Gianna Nannini è tempo di scoprire come evolverà la vicenda giudiziaria che la vede coinvolta con l’infamante accusa di evasione fiscale: secondo quanto reso noto dall’Ansa, la Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per la rocker senese. Il pm di Milano Adriano Scudieri, titolare del fascicolo d’inchiesta, ha firmato la richiesta il mese scorso: l’udienza preliminare si aprirà davanti al gup il prossimo 3 marzo.

Lo scorso aprile un’operazione dei militari del nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Milano ha posto sotto sequestro la villa senese della cantante, con annessi magazzini, scuderie a autorimessa: il reato contestato è un’evasione fiscale di 3 milioni e 750 mila euro, realizzata creando delle società fittizie con sede all’estero, una irlandese e l’altra olandese, interposte tra la sua società milanese (Gng Musica srl) e le case discografiche Sony e Universal.

Con questo meccanismo, che avrebbe permesso di non pagare al fisco nostrano una parte delle royalties dei dischi e dei concerti perché delocalizzati in Stati dalla tassazione più morbida, sarebbe stata evasa la gran parte della cifra contestata. Una quota minore (126mila euro) sarebbe stata evasa invece attraverso detrazioni dalle dichiarazioni dei redditi, imputate a costi “inerenti attività canora” e invece usate secondo le ricostruzioni dell’accusa per arredare una casa dell’artista a Piacenza. Parte della somma evasa sarebbe stata reinvestita da Gianna Nannini nell’acquisto di un appartamento a Londra, nel quartiere di South Kensington.

L’evasione fiscale contestata a Gianna Nannini sarebbe stata realizzata tra il 2007 e il 2012: un’accusa respinta in toto dalla cantante e dal suo staff, che ha fatto sapere in un comunicato stampa, all’indomani del sequestro delle proprietà, di non aver mai evaso il fisco e di aver sempre operato nel rispetto della legge. A decidere sul rinvio a giudizio sarà il gup di Milano Fabio Antezza.