Il 2015 di Apple sarà realmente entusiasmante, o un fuoco di paglia destinato a spegnersi nel giro di poco tempo? Una domanda cui non possiamo dare una risposta precisa, almeno non adesso, non subito, in quanto significherebbe condannare prima del processo un’azienda che fino a poco fa faceva dell’innovazione il suo vero punto di forza.
Opinioni personali sicuramente, cristallizzate nel pensiero di Marco Arment, noto blogger, da sempre estimatore dei prodotti della mela, che nelle sue ultime pubblicazioni ha rivolto qualche critica al settore software (per questo l’esperto è stato quasi linciato dai vari portali specializzati). L’azienda californiana è solita firmware major-release ricche di nuova funzionalità, senza però badare alla sostanza. C’è bisogno di smartphone, tablet e computer che funzionino bene e poi dei vari fronzoli, questo è, per grandi linee, il concetto espresso da Arment.
In definitiva, cosa bisogna aspettarsi dal 2015 di Apple? La novità più significativa potrebbe riguardare l’iPad Pro, il tablet da 12.2 o 12.9 pollici tanto chiacchierato anche sul finire dello scorso anno, che speriamo possa rendersi più efficace in ambito produttivo di quanto già non faccia l’attuale linea (iPad Air 2 iPad Mini 3 su tutti, in quanto ultimi prodotti).
C’è poi l’Apple Watch, il primo indossabile presentato insieme ad iPhone 6 e iPhone 6 Plus, ma non ancora commercializzato (sarà messo in vendita agli inizi di marzo, in seguito ad un corso di formazione cui prenderanno parte gli addetti alle vendite).
Che dire di iPhone 7 o iPhone 6S? Anche in questo caso ci atteniamo a quanto il passato ci suggerisce, nella speranza di sbagliarci (ci auguriamo la mela possa evitare di sfornare la versione mezzana, e passare direttamente a quella successiva). In programma quasi sicuramente anche una rivisitazione dei MacBook Air, e magari una versione aggiornata della Apple TV. Concludiamo menzionando anche iOS 9, prossima major-release in presentazione come sempre a giugno, a margine della WWDC 2015, su cui la mela sembrerebbe essere già a lavoro.