Nemici amici, Gigi D’Alessio ricorda Pino Daniele: “Eravamo rivali, una telefonata cambiò tutto”

Personalità agli antipodi e un'amicizia che ha certamente diviso una parte dei rispettivi fan: così Gigi D'Alessio, vittima degli improperi del web, parla di Pino Daniele

Gigi D'Alessio e Pino Daniele a Napoli

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Sono due espressioni della napoletanità agli antipodi, due musicisti che più diversi non si può. Per molti anni è stato difficile immaginare che chi amava l’uno potesse anche solo apprezzare l’altro. Il blues della chitarra di Pino Daniele e la melodia del pianoforte di Gigi D’Alessio per molti non sono nemmeno espressione della stessa arte (pregiudizio non lontano dall’opinione di chi scrive, per usare un eufemismo). L’impegno civile dell’uno e le chiacchierate frequentazioni del secondo rendevano e rendono ancora oggi l’idea della distanza siderale tra i due. Eppure negli ultimi tempi era nata un’amicizia, al di là del palcoscenico, delle rivalità, della diversità così accentuate in primis dal pubblico.

Nel giorno della morte di Pino Daniele, stroncato da un infarto nella notte del 5 gennaio, Gigi D’Alessio si è recato all’ospedale Sant’Eugenio Roma in visita alla camera ardente. Intercettato dall’Ansa, ha voluto dedicare parole d’elogio a quell’artista con cui ha vissuto fasi alterne, passando dalla rivalità all’amicizia nel giro degli ultimi anni.

Come tanti di noi, Gigi D’Alessio ha accomunato la sorte di Pino Daniele a quella dell’amico Massimo Troisi: geniali e folli, ma con un cuore che non ha retto l’impatto con la vita, cedendo troppo presto. “Core ingrato“, citazione del celebre classico napoletano, è stato il suo primo tweet nella notte, dopo l’annuncio della scomparsa di Pino Daniele. Parole fraintese da molti, poi circostanziate nelle dichiarazioni all’Ansa.

Pino era artisticamente 1.000 colori, era tutta un’altra storia. Si è portato via anche le canzoni meravigliose che ha scritto: sono troppo sue, nessuno potrà mai cantarle come lui. Che core ingrato! Non ha avuto rispetto di Pino e di quello che ha fatto come non ebbe rispetto per Massimo Troisi

Dopo anni di antagonismo latente, il divario tra i due comincia a riempirsi nel 2008, quando è Pino Daniele a porre fine ad una faida di cui, evidentemente, non capisce il senso. Nati entrambi nel quartiere Santa Chiara a Napoli, si sarebbero ritrovati molti anni dopo vicini di casa a Roma, nel quartiere dell’Olgiata. Lo racconta Gigi D’Alessio, svelando particolari forse non noti ai più.

In quegli anni c’era una grande rivalità, eravamo entrambi sotto contratto con la BMG e non eravamo amici. Ma un giorno squilla il telefono e tutto cambia. È Pino che gli dice: “Prima ca’ ci amma appiccicare’, ci vulimme conoscere’?'” (“Prima di dover litigare, ci vogliamo conoscere?”, nda).

Da quel momento si sono susseguiti i primi incontri chiarificatori, fino all’evento che mette una pietra sul passato: l’8 luglio Gigi D’Alessio accetta la proposta di salire sul palco di piazza del Plebiscito per il concerto di Pino Daniele dedicato alla città, che in quegli anni vive il dramma dell’emergenza rifiuti. Insieme cantano ‘O Scarrafone, nonostante i fischi scroscianti del pubblico che non gradisce l’accoppiata per la prima volta insieme sul palco.

 

Nello stesso anno Pino Daniele scrive Sarai, testo diventato uno dei duetti di D’Alessio e Anna Tatangelo, così come suona la chitarra in Addo’ so’ nnato ajere, entrambi brani presenti nell’album Questo sono io. Così è nata un’amicizia mai sbandierata, che forse lo zoccolo duro dei rispettivi pubblici non avrebbe compreso, se perfino il giorno della scomparsa di Pino Daniele in molti sui social si auguravano che a morire fosse Gigi D’Alessio.

Pino lo dovevi amare. Solo quando capiva che gli volevi bene veramente si apriva. Non dimenticherò mai le cene, le risate, i bicchieri di vino. Tanti racconti, anche stupidaggini. Si tornava bambini insieme, con la consapevolezza di essere adulti. Il suo figlio più piccolo mi chiama zio Gigi.

Le parole del cantante napoletano non lasciano dubbi su un rapporto che certamente non è stato facile costruire. Eppure esisteva, a dispetto di quanto diversi potessero sembrare per sensibilità, indole, vocazione, approccio alla vita.