Di tanto in tanto emergono studi in grado di farci riflettere non poco sulle applicazioni, indipendentemente dal fatto che siano ottimizzate per il sistema operativo iOS o Android. Ritengo a dir poco emblematico quanto emerso in queste ore attraverso un’analisi che è stata condotta dall’Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani, secondo cui la causa indiretta di molti divorzi è ormai facilmente identificabile.
Sto parlando di Whatsapp, anche se l’utilizzo del termine “indiretta” è come non mai importante a mio parere, visto che lo stesso Gian Ettore Gassani, presidente proprio dell’Ami, ci ha tenuto a sottolineare che l’applicazione in questione non può essere considerata causa diretta dei divorzi, visto che tutto nasce dal comportamento delle persone sottoforma di infedeltà.
Detto questo, al dì là del fatto che si possa trattare di un’app ottimizzata per il sistema operativo Android o iOS, risulta che Whatsapp rappresenti uno degli strumenti più rapido per scoprire un’eventuale tradimento.
L’aspetto curioso di quanto riportato dalla fonte sta nel fatto che si riesce a scendere anche nei dettagli: basta una doccia e uno smartphone lasciato bene in vista, con relativo messaggio che arriva nel momento sbagliato, per far scattare la curiosità da parte del proprio partner ed un lungo percorso che porta poi ad un altrettanto lungo iter legale. E ancora:
“Gli uomini tendono a conservare le foto per poi andarle a rivedere, mentre le donne guardano e cancellano subito”.
Insomma, Whatsapp come strumento più utilizzato (non so quanto volontariamente) per risalire ad un possibile tradimento. La mia opinione? Al dì là dei discorsi legati alla privacy, direi che in presenza di comportamenti di questo tipo l’applicazione Android e iOS possa avere delle finalità positive. Facendo tutti gli scongiuri del caso, è meglio saperle certe cose. Non trovate?