Torna a farsi sentire Adriano Celentano. Lo fa con un lungo articolo sul Fatto Quotidiano, quasi una confessione-fiume su tutti i temi che gli stano più a cuore in questo periodo. E come sempre quando parla il Re degli Ignoranti, come ama definirsi, il suo posto è in prima pagina.
Il cantautore è stato esortato a scrivere un articolo dal condirettore del quotidiano Marco Travaglio, con cui pure ebbe dei contrasti in passato (dalle critiche al monologo sanremese del 2012 al più recente botta e risposta sul Movimento 5 Stelle), con cui evidentemente persiste un rapporto di grande stima reciproca. Uno scambio di sms: così è nata l’idea di raccontare cosa sta succedendo al nostro Paese dal punto di vista del Molleggiato.
Adriano Celentano riporta lo scambio di messaggi con l’autore di È Stato la Mafia, avvincente spettacolo teatrale che mette in fila i fatti della cosiddetta “trattativa” tra istituzioni e Cosa Nostra su cui ancora si indaga a Palermo tra mille ostacoli. Poi si addentra nelle questioni squisitamente politiche, a cominciare dall’irruzione sulla scena nazionale del Movimento 5 Stelle di cui si è dichiarato sostenitore, pur criticandone apertamente alcuni aspetti: le riforme istituzionali, il nuovo Senato non elettivo, la Costituzione in pericolo. C’è tutto questo nel suo editoriale. D’altronde il cantante di Svalutation è stato tra i primi firmatari dell’appello del Fatto Quotidiano contro il quadro di riforme del governo Renzi e degli alleati forzisti (‘Contro i ladri di democrazia‘, questo il titolo della petizione che in poche settimane ha raccolto oltre 200mila adesioni).
Tanto per cominciare, diciamo subito che, se è in atto un cambiamento, il merito va a un uomo solo: Grillo. Senza di lui rischiavamo altri 50 anni di MACERIE come quelle create dall’ipnotica cultura della Democrazia Cristiana, dei socialisti, fascisti e comunisti, senza contare poi l’indotto distruttivo che da questi ne deriverebbe a causa della loro tragica malformazione mentale e che purtroppo, dico purtroppo, investirebbe il povero italiano che, assorbendone tutti i difetti, precipiterebbe a loro “immagine e somiglianza”. Un’impresa, quella di Grillo, che tuttavia non manca di qualche errore. (…) Ma a Grillo non bastava. Sentiva che gli mancava qualcosa e così ha pensato bene di generare lui stesso il suo antagonista. E gli è venuto mica male, devo dire, tutt’altro che “ebetino”. In quattro e quattr’otto ha fatto un clamoroso sgambetto a Letta ed è subito diventato Presidente del Consiglio.
Nonostante sia “innegabile che Renzi ci sappia fare“, perché oggettivamente “giovane, veloce, coraggioso e anche simpatico“, Adriano Celentano non nasconde la delusione per la scelta di riformare il Senato con una legge che presenta enormi crititcità, denunciate da “fior di professori come Rodotà, lo storico dell’arte Salvatore Settis, Zagrebelsky e molti altri“. In nome della governabilità, del riformismo a tutti i costi, di fronte ad un Senato menomato delle sue funzioni e non più eletto dal popolo ma scelto tra esponenti dei consigli regionali dove si annidano esempi di malapolitica inquietanti, Celentano si chiede che fine faccia e che senso abbia oggi “la leggendaria SOVRANITÀ del popolo“, che pure “negli ultimi 50 anni” ha prodotto “solo DISASTRI“. Da qui è nata forse quell’esigenza di “DITTATURA democratica” che si intravede nel progetto di riforma renziano.
Ma quello di Adriano Celentano, che tra gli errori del governo Renzi cita anche “la legge ‘truffa’ sulle grandi navi a Venezia“, è anche un invito ad avere coraggio, ad osare sfidando le corporazioni di potere.
Mi domando come sarebbe apparso Renzi agli occhi del mondo se, oltre a essere giovane, svelto e simpatico, avesse fatto anche un decreto legge HARD ROCK, che avesse vietato per sempre (senza ulteriori sprechi e scavi pericolosi) il micidiale passaggio delle grandi navi a Venezia. Sono certo che avrebbe ricevuto il plauso di tutti i giovani del mondo e non solo, difficile da credere, ma persino dal suo “acerrimo” nemico Grillo. E invece caro Matteo, credo proprio che tu abbia perso il treno della tua vita.
Di fronte alla crisi economica galoppante, che poi è diventata soprattutto una crisi esistenziale, Adriano Celentano incalza il premier a trovare “il coraggio di fare una vera e propria “RIVOLUZIONE economica“, per ritrovare “prima di ogni altra cosa, quella SPIRITUALITA che l’ARIDO mondo del business ha perso“. Lo fa citando Papa Francesco, in conclusione del suo editoriale.
E come giustamente ha esortato il Papa in una delle sue ultime omelie: le vie che l’uomo può percorrere non sono tre, ma DUE. Quella Spirituale, seminata nell’ARTE della NATURA e delle cose, e quella mondana, la cui dimensione rischia di ingigantire il sottile nemico che alberga in ognuno di noi, l’EGO. Che tanti identificano come “lo sfidante”, “il falso io” che esiste solo a livello psichico ma non fisico. Da qualche parte, non so dove, devo aver letto qualcosa che diceva più o meno così: “Quando l’EGO occupa lo spazio che il Creatore ha destinato alla natura, attraverso la quale vive quel principio divino da cui nasce l’unica vera essenza dell’uomo, non fa altro che sfruttare a suo vantaggio le risorse di quell’essere umano di cui l’EGO si è impossessato, a tal punto che il ‘posseduto’ non ha più coscienza di sè e di cosa ci sta a fare in questo mondo. E la sua vita si trasforma in un vero inferno”.
Un ricco non entra in Paradiso. Se se ricordi sig. Gianluca.
Celentano ti sei svegliati adesso? Parli ormai ad un paese che ormai crede solo nel vuoto assoluto di un premier inventato da un partito in crisi di idee. Bastava ricordarlo prima delle elezioni, Non Dopo.
I tempi nella politica, soprattutto in un paese in ritardo come l’italia, sono importantissimi.
Un pò colpevole quindi sei anche tu, Speriamo solo che la rivoluzione potrà essere civile e democratica come i 5Stelle vorrebbero. Speriamo anche che per questo tuo ritardino di opinionismo non debbano pagare vittime innocenti. Avvisarci prima no eh?
La dove c’era l’erba…. e intanto ha costruito per se’ 50 case. Chiaramente ora ci sono diverse tasse IMU. Da qui partono le sue critiche. Ne tenga soltanto 1 piccola e faccia la donazione ai poveri di 49 case. Sarebbe piu felice e forse anche i fringuelli lo sarebbero. Il Paradiso non e’ facile da raggiungere con 49 case sulle spalle dentro la cruna di un ago.
Come sempre… parole intense e vere… come sempre spazio alle critiche “distruttive” come quella qui sopra (che non è pertinente all’articolo ed è solo cattiveria) ad un personaggio che è la storia della musica italiana e che, pur perdendo milioni di dischi venduti a causa del suo essere chiaro ha preferito essere chiaro e sincero e dire la propria sull’argomento creandosi inevitabilmente dei nemici. Celebre la frase del 1987 contro la caccia: “Avrò perso 2 milioni di dischi ma in compenso ho guadagnato 2 milioni di fringuelli”. Ma Adriano Celentano lo puoi capire se lo vivi profondamente… e non tutti hanno questa capacità. Gianluca
Non coinvolgere Papa Francesco per favore. Che vuoi da lui? Una grazia e un conforto perche’ tolleri l’omosessualita’ della figlia ? Basta profetizzare pf