Dopo l’arresto a Riccione, Gianluca Grignani confessa tutta la verità

Settimane dopo l'arresto a Riccione, Gianluca Grignani racconta tutta la verità sulla notte da dimenticare.

Gianluca Grignani A Volte Esagero NewEdition 2015

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Nelle scorse settimane abbiamo appreso la notizia dell’arresto del cantante Gianluca Grignani a Riccione. Era la notte tra il 12 e il 13 luglio quando il cantante, in vacanza con la sua famiglia, veniva fermato dalle forze dell’ordine.

La voce si è sparsa in rete a macchia d’olio e, tra alcool e droghe, all’artista sono state imputate le colpe peggiori. A distanza di giorni interi trascorsi a casa, con l’obbligo di firma in questura per tre volte a settimana, Grignani racconta la sua verità su quella terribile serata da dimenticare e spiega cosa effettivamente sia successo.

Su Facebook si è già scusato con i fan cercando di fornire le sue motivazioni all’esagerazione e adesso torna a ricordare le vicende di quella notte, nella speranza di mettere a tacere una volta per tutte le voci infondate e di confessare ai fan le proprie debolezze.

A Vanity Fair l’artista ha spiegato: “Avevo finito lo Xanax che prendo per l’ansia. Non avevo la ricetta e non mi andava di girare per farmacie cercando chi me lo desse senza […] Però stavo male. Soprattutto non vedevo più niente”.

Così Gianluca Grignani racconta il suo stato d’animo in quelle ore e ammette senza timore di non essere estraneo a quelle sensazioni spiacevoli causate dallo stress.

Per calmarsi ha provato a berre birra ma non ha funzionato e: “ho detto a questo ragazzo di chiamare un mio amico carabiniere perché mi venisse a dare una mano. Ha chiamato, ma lui era fuori in pattuglia”, motivo per cui il suo amico ha chiesto a dei colleghi di raggiungere l’artista.

“Io non volevo andare con loro, non volevo che la gente mi vedesse in quella situazione, mi sono dimenato, uno di loro è caduto per terra. Gli ho chiesto scusa mille volte. Poi mi hanno portato in ospedale, sono stati tutti gentilissimi, ma io volevo parlare con mia moglie e i miei figli, per questo non mi calmavo”, conclude.
Da parte di Grignani, dunque, non c’è stata cattiveria: non era sua intenzione spingere i carabinieri né opporsi alle forze dell’ordine, ma non sta a noi pronunciare il verdetto finale.

La questione sarà discussa in aula il 16 settembre.