Finora Antonella Ossorio si era cimentata con successo nella narrativa per bambini e ragazzi, storie in prosa, in versi, a mo’ di filastrocca. Ma ora Einaudi scommette su di lei e arriva in libreria “La mammana”, il suo esordio narrativo nella letteratura per adulti.
Antonella – ci racconta – è davvero contenta di questa nuova avventura, di questa storia che ha assorbito tutte le sue energie e che la sta già ripagando con una calorosa accoglienza da parte di pubblico e critica.
Nonostante la Ossorio non abbia scelto una strada facile per accattivarsi i consensi del lettore: la sua “Mammana” è un romanzo dallo sfondo storico – al centro i moti Risorgimentali tra il 1843 e il 1858 – e narra una vicenda complessa e aspra dove le protagoniste sono Lucina, la “mammana” cioè la levatrice del paese, e Stella, una bimba che lei aiuta a venire alla luce e che, nata albina e in una notte segnata dal passaggio di una cometa, sarà marchiata dalla sua gente come una reietta.
Solo Lucina sceglierà di essere vicina a Stella, di “fare famiglia” con lei: Lucina in fondo – come Stella – è “diversa” da tutti gli altri. La sua bellezza travolgente, infatti, nasconde un segreto: Lucina – sessualmente – è un uomo. Ecco allora che “La mammana” si fa romanzo profondamente moderno nello scegliere di affrontare – seppure in forma di fiction – un tema come quello dell’identità di genere, oggi – anno 2014 – così profondamente discusso e oggetto di opinioni contrastanti.Così come accesso tuttora è il dibattito sul senso oggi della parola “famiglia”.
Antonella ci spiega che questi argomenti hanno genesi differenti. La “diversità” era un tema che le premeva raccontare da quando aveva incrociato sulla sua strada la storia vera di Carolina Crachami, una bambina nata nel 1815, detta “la nana siciliana”, portata su tutti i palchi d’Europa come un fenomeno da baraccone e morta a 9 anni proprio in palcoscenico. Carolina in realtà nella storia non è mai comparsa ma è stata lo spunto fondamentale per raccontare di Lucina e Stella. Il tema, invece, dello “scegliersi” e del formare famiglia – al di là di ogni convenzione sociale – nasce da una profonda convinzione di Antonella, dall’idea che l’amore va oltre il legame di sangue.
E del resto “La mammana” rimane una storia d’amore (di tanti tipi diversi di amore, quello filiale, quello coniugale, quello per gli animali) e di maternità.
E rimane un libro che vive di contrasti anche nel linguaggio: forte, aspro, al servizio di un carattere difficile come quello di Lucina e di un tempo e di un’ambientazione (il paese di campagna da dove Lucina – con Stella – fuggirà diretta a Napoli) spesso cupa; ma anche magico, corposo al punto tale da farsi esso stesso ulteriore protagonista del romanzo. Potremmo definirlo un realismo magico e del resto lo stesso episodio della stella cometa – che segna la nascita di Lucina – è annotato nei libri di storia. Antonella ci racconta che è proprio nel linguaggio che viene fuori tutta la sua passione per gli scrittori Sud Americani che hanno segnato il suo percorso di donna e scrittrice.
http://youtu.be/N2lGrFTj_oI