Non c’è pace in Palestina. Neanche per chi sogna di cambiare la propria vita prendendo a calci un pallone. Due giovani calciatori sono stati falciati dal fuoco israeliano.
Il sogno di Jawhar Nasser Jawardi 19 anni e AdamAbd al-Rauf Halabiya di 17 è stato distrutto mentre tornavano a casa dopo una sessione di allenamento dallo Stadio Feisal Husseini di Al-Ram, quello dove gioca e si allena la nazionale palestinese nei pressi di Gerusalemme, appena oltre il Muro di sicurezza.
La borsa con le magliette sudate e le scarpe sporche di fango è stata giudicata sospetta dai militari israeliani che hanno fatto fuoco. I due ragazzi non potranno più giocare a calcio, forse non potranno neanche più camminare.
Non ci saranno per loro le miliardarie offerte dei club europei. Non susciteranno mai l’attenzione delle starlette patinate. Non si faranno venire il mal di pancia per ottenere un ingaggio migliore o la depressione perché non gli hanno assegnato il numero di maglia preferito. Leggeremo il loro necrologio in attesa del prossimo gossip tra un dio del pallone ed una vip della televisione.
“Ogni volta che- diceva Jorge Luis Borges – un bambino prende a calci qualche cosa per strada, lì ricomincia la storia del calcio”. Questi due ragazzi non potranno più prendere a calci nulla; la storia del calcio e del mondo continuerà così a finire”.