Dobbiamo tutti vergognarci. Ogni anno noi italiani gettiamo nella spazzatura 8,7 miliardi di cibo. Altro che crisi. Questo spreco è uno schiaffo alla miseria che attanaglia milioni di famiglie. Un’incoscienza collettiva e personale ( ognuno di noi butta nel cestino 213 grammi di cibo tutte le settimane) che costa ad ogni famiglia 7,06 euro a settimana.
Ma le crescenti difficoltà economiche stanno cambiando questa deleteria abitudine. Negli ultimi sei mesi è aumentata la sensibilità degli italiani intorno al tema degli sprechi: lo certifica l’ultimo sondaggio realizzato dall’Osservatorio sugli sprechi alimentari delle famiglie italiane Waste Watcher promosso da Last Minute Market, SWG e il Dipartimento di Scienze e tecnologie agroalimentari dell’Università di Bologna.
Le rilevazioni compiute nel 2013 (riportate nel rapporto Waste Watcher 2013) registravano che il 45% degli italiani aveva sensibilmente diminuito lo spreco del cibo acquistato e poi sprecato rispetto al 2012. Oggi quel dato è salito al 52%, sette punti percentuali che testimoniano una maggiore attenzione nella politica familiare nella spesa alimentare. Evidentemente, l’obiettivo che gli italiani si danno nel 2014 è di “contingentare” il costo dello spreco domestico, che nel 2013 ammontava a ben 8,7 miliardi di euro: una cifra vertiginosa, risultato di 213 grammi in media di cibo gettato ogni settimana- perché considerato non più fruibile – al costo di 7,06 euro a famiglia sempre con riferimento settimanale.
Commenta Andrea Segrè, presidente di Last minute market : “ a parità di preoccupazione sul tema spreco (78%), gli italiani hanno smesso di irrigidirsi davanti alla data di scadenza dei prodotti. Oggi il 63% degli intervistati dichiara che, quando il cibo è scaduto, controlla se effettivamente è andato a male oppure è ancora buono, e cerca comunque di riutilizzarlo.Il raffronto con il dato dell’anno scorso (55%) denota un’ attenzione e una concentrazione decisamente superiore da parte degli italiani nell’evitare anche i più piccoli sprechi”.
Un’attenzione che si riverbera anche nelle abitudini di acquisto: mai o raramente gli italiani acquistano prodotti che non piacciono e sono quindi a rischio spreco (70%), comperano confezioni troppo grandi (64%), comprano cibo che va a male (63%) o fa la muffa (62%), esagerano nel fare la spesa (59%) o cucinano troppo cibo (58%).
Insomma ben venga la crisi se serve a rendere più oculati ed equilibrati i nostri consumi.