Ora lo posso dire, quel Dark nel titolo mi aveva fatto temere il peggio. Voglio bene a Nolan per quello che ha fatto con Batman, ma se tutti i supereroi ora devono essere una sua fotocopia farei volentieri un saltino indietro nel tempo alla terminator.
Il sospetto di un Thor devastato dai suoi drammi interni aleggiava nei vari trailer, ma alla fine anche se il Dio del tuono ha perso quella spavalderia che lo aveva reso, almeno ai miei occhi, attraente nel primo episodio (e che era già andata a farsi benedire in The Avengers), il suo lato oscuro lo tormenta quel che è giusto e risulta abbastanza tollerabile. Sempre che fingiamo di non chiederci come mai preferisca Natalie Portman a quel gran pezzo di attrice di Jaimie Alexander. Se non lo capisce Odino non possiamo certo farlo noi.
Un lato oscuro quello di Thor, che ad ogni modo non è neanche lontanamente paragonabile alla profondità di quello di Loki, e qui gran parte del merito va all’effettivamente bravo Tom Hiddleston, che trasforma un personaggio da cinefumetto in uno alla Shakespeare. Analogia divertente visto il cambio di regia rispetto al primo episodio dal britannico Kennet Branagh, noto shakespeariano, allo statunitense Alan Taylor. E’ Loki l’anello di congiunzione, l’ago della bilancia di questa pellicola che altrimenti penderebbe verso l’artificioso.
Thor: The Dark World, riesce dunque ad accontentare sia i fan della saga che chi soltanto ora si approccia alla pellicola, anche se a quest’ultimi è richiesto un maggiore sforzo di comprensione per entrare a pieno nella storia. Gli ottimi gli effetti speciali e l’emozionante finale contribuiscono poi a lasciare un ottimo ricordo della pellicola una volta fuori dalla sala. Non ovviamente senza aver visto la scena dopo i titoli di coda.
Thor: The Dark World è disponibile nelle nostre sale da mercoledì 20 novembre. Il trailer lo trovate qui.