Marco Mengoni a Vanity Fair: “Mi vergognavo di tutto, ma sul palco sono un X- Man”


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Marco Mengoni: intervista a Vanity
Marco Mengoni: intervista a Vanity

Marco Mengoni si racconta dalle pagine di Vanity Fair in edicola da mercoledì 20 novembre: il cantautore di Ronciglione, in una lunga intervista al settimanale, parla dell’esperienza straordinaria a Los Angeles per lo showcase finale all’Hit Week, la più importante kermmesse di musica italiana nel mondo, ma anche del nuovo album, della voglia di stare sul palco, di quella timidezza che gli impediva di fare anche cose semplici e che ora sembra scomparsa.

 

 

Vanity Fair incontra Marco Mengoni proprio di ritorno a Milano dalla trasferta a Los Angeles, dove oltre ad esibirsi nella cornice della prestigiosa Billboard Film & TV Music Conference, ha iniziato a lavorare al nuovo album ai Sunset Sound Studios, gli stessi in cui “hanno registrato band eccezionali i Beatles, i Doors, i Led Zeppelin“, ma anche artisti italiani come Giorgia. Unico performer italiano in gara al Worldwide Act degli Mtv Ema 2013, che poi è finito ad un artista cinese, reduce da un 2013 ricco di successi discografici e coronato dalla vittoria al Festival di Sanremo, Marco Mengoni può dirsi soddisfatto di questi mesi così impegnativi: “Questo è stato un anno di lavoro duro. Non un gioco. In certi momenti, sentivo il bisogno di avere un clone. Poi mi ripetevo: ‘Dai, su, hai 24 anni: se non dai il massimo adesso, quando?’“.

E’ appena uscito il cofanetto #Prontoacorrereilviaggio, che contiene anche il dvd del film-documentatio proiettato in anteprima nazionale lo scorso 6 novembre in centinaia di sale italiane. Nel backstage, fa notare la giornalista a Marco Mengoni, il cantautore viene dipinto come un eroe: “Sono un eroe che piange – spiega nell’intervista a Vanity FairSe provo un’emozione forte, è facile che mi escano le lacrime. Per questo amo gli eroi latini, non quelli greci. E mi piace pensare di avere dei poteri, ma sono anche per il difetto che si vede“.

I poteri di Marco Mengoni vengono fuori con la musica sul palco. Perchè fino a pochi anni fa, quando le luci della ribalta erano ancora lontane, era così introverso da non riuscire a fare nemmeno le cose più semplici. Ma davanti al pubblico cambia tutto: “Sono un X- Man sul palco, su quell’accrocchio di ferro e legno. Io, che per timidezza non telefonavo agli amici, che fno a poco tempo fa avevo problemi a chiamare un taxi o un ristorante da prenotare, lì mi sento a casa: un ‘Cesare’“.