Esistono solo due possibilità, o siamo soli nell’universo o non lo siamo. E sono una più terrificante dell’altra. Ad affermarlo è l’evidentemente facilmente impressionabile Sir Arthur Charles Clarke, autore di fantascienza britannico, noto soprattutto per il suo romanzo 2001: Odissea nello spazio.
Inizia così Dark Skies,- Oscure presenze citando la frase dello scrittore e non lasciando dubbi allo spettatore sul verso che prenderà la pellicola. Diretto da Scott Stewart, sviluppatore agli effetti speciali per film impegnativi (dal punto di vista del suo lavoro) come Jurassic Park, Superman Returns o Iron Man, ma anche regista di Legion e Priest, Dark Skies è il giusto compromesso delle due competenze.
Quando in ballo c’è il genere alieno infatti solitamente gli effetti sono limitati solo dalla fantasia dell’autore, ma qui tutto è al servizio dell’horror asciugando e riducendo ai minimi termini. Un fattore che giova a una pellicola che sebbene alla fine risulti concreta, mi ha spaventato comunque meno di certi libri di Corrado Malanga (leggetevi Alieni o Demoni e poi mi dite) basati su esperienze reali.
Dark Skies – Oscure presenze è un horror classico, con l’alieno che prende il posto dello spirito malvagio di Insidious, o del demone di Sinister, con il merito di aver cercato di aggiungere un pizzico di originalità al tema della casa infestata, e il demerito di aver tentato di sfruttare il filone buttandoci dentro un’altro fattore scatenante. Non è un caso infatti che a produrre ci sia la Blumhouse Productions responsabile di entrambi i titoli citati.
Dark Skies – Oscure presenze è nelle nostre sale da giovedì 24 ottobre.
Il trailer lo trovate qui.