Lo aveva annunciato Carmine Schiavone, ex collaboratore di giustizia e boss del clan dei Casalesi. «Scavate a Casale i rifiuti sono ovunque» aveva detto durante le diverse interviste che sta rilasciando alla stampa. A lui si è unito un altro collaboratore di giustizia che attualmente sta svelando i segreti dei clan casertani dando anche i dettagli sul luogo preciso. Così la procura di Napoli ha dato mandato ai carabinieri del Noe, coadiuvati dai tecnici dell’Arpac e dai vigili del fuoco, di scavare sottoterra a Casal di Principe e cercare fusti contenenti rifiuti tossici.
Quei fusti sono stati trovati, a nove metri di profondità, proprio la misura indicata sempre da Schiavone, e all’interno fanghi probabilmente riconducibili a scarti industriali. I fusti di metallo completamente sbriciolati dal tempo e il loro contenuto ormai diventato un tutt’uno con la terra e chissà se anche con le falde acquifere. Per conoscere il contenuto di quei fusti e gli effetti sui terreni contaminati, bisognerà attendere le analisi dell’Arpac ma ciò che è certo è che lo spettro di un terra completamente inquinata prende tristemente corpo.
I fusti sono stati ritrovati a circa cinque metri di distanza dalle falde acquifere e secondo le stime fatte dal pentito ci dovrebbero essere rifiuti tali da riempire il contenuto di circa venti camion. I primi ritrovamenti sono stati effettuati ieri ma, data la considerevole mole di rifiuti di cui si minaccia la presenza, stanno continuando anche in questi minuti. Purtroppo continuano anche i ritrovamenti che confermano la presenza diffusa di rifiuti interrati. L’ultimo per ordine di tempo è stato effettuato pochi minuti fa in contrada Purgatorio sempre a Casal di Principe.