Già da tempo Papa Francesco si era espresso sullo Ior e su come l’Istituto per le Opere Religiose dovesse essere riformato per rispondere maggiormente ai principi fondanti della chiesa cattolica. Da oggi è però passato alle vie di fatto visto che ha disposto la costituzione di una commissione che dovrà favorire «una migliore armonizzazione del medesimo con la missione della Chiesa universale e della Sede Apostolica, nel contesto più generale delle riforme che sia opportuno realizzare da parte delle Istituzioni che danno ausilio alla Sede Apostolica». Di fatto si tratta di un vero e proprio commissariamento disposto da Papa Francesco che già lo scorso aprile aveva definito «non indispensabile» l’istituto.
A capo della commissione è stato scelto il cardinale salesiano Renato Farina, che avrà il compito di analizzare l’andamento dell’istituto e di relazionare direttamente al Pontefice. Una scelta chiara che appare come una chiara volontà, se non di eliminazione, almeno di profonda riforma dell’organo. Una scelta in piena linea con l’esigenza di impoverimento della chiesa e di maggiore rispondenza ai principi di povertà e servizio a cui si ispira la religione cattolica e a cui Papa Francesco ha più volte fatto cenno sin dal suo insediamento sul soglio pontificio.
Al termine dell’analisi fatta dalla commissione, il Pontefice deciderà sul da farsi ma è ormai chiaro l’intento riformatore dell’ente. Il Papa l’aveva già anticipato nel suo discorso ai dipendenti dell’istituto dello scorso aprile quando aveva stigmatizzato l’eccessiva burocratizzazione della chiesa. «Quando la Chiesa vuol vantarsi della sua quantità e fa delle organizzazioni, e fa uffici, diventa un po’ burocratica, perde la sua principale sostanza». Così Papa Bergoglio aveva detto ai dipendenti e dopo due mesi ha cominciato a rendere operative quelle parole.