Django Unchained ha fatto il suo esordio nelle sale statunitensi il giorno di Natale ed il pubblico ha risposto coralmente presente. Il film, con i suoi 15milioni di incasso, si è piazzato subito al secondo posto facendo segnare l’esordio migliore per un film di Tarantino, e un consenso di pubblico quasi unanime (il primo posto è andato al musical Les Miserables, confermando i sospetti di grande film che si erano insinuati nella fase di promozione).
Anche molte voci autorevoli della critica, come il New York Times o il Washington Post sono state d’accordo con il pubblico, definendo il film brutale ma ironico, profano e importante per il tema trattato.
Come quasi sempre accade però non tutte le critiche sono state positive. Dopo quelle preuscita che avevano accusato il film di istigare alla violenza (ne abbiamo parlato qui), qualcuno ha definito Tarantino ancora immaturo come regista, e i suoi film ormai come trailer.
E tra le critiche negative arriva anche quella di Spike Lee, il regista afroamericano da sempre sensibile a temi sociali, a cui non è per niente piaciuto il taglio ironico con cui in Django Unchained viene affrontato il tema della schiavitù. Le sue affermazioni, che ha sottolineato essere personali, derivano dal fatto che un tema così importante, un olocausto, non può essere trattato con uno Spaghetti Western, che per la sua natura non può che essere irrispettoso.
Il regista parla dunque per partito preso, molto probabilmente senza neanche aver visto il film.
Noi magari aspettiamo di vederlo prima di schierarci.
Django Unchained arriva nelle sale italiane il 17 gennaio 2013.