Summunjus, summa iniuria. Ben l’avevano compreso i Latini che così commentavano l’asprezza della norma quando il reo era praticamente incolpevole.
La squalifica di Cannavaro e Grava, la penalizzazione del Napoli sono regolari dal punto di vista del diritto sportivo ma profondamente ingiuste nella sostanza.
Io non denuncerei un collega che mi proponesse una truffa. Due calci nel sedere un bel vaffa e tutto finirebbe lì. Purtroppo per i tesserati della FIGC non è così. L’omessa denuncia è punita come il commesso reato. Una mostruosità giuridica della quale però tutti i protagonisti – ivi compresa la società – erano e sono perfettamente a conoscenza.
Una brutta batosta per le ambizioni partenopee, un passo indietro enorme per la classifica ed il morale. Risalire la china non sarà facile, ma Cannavaro e Grava dovevano avvisare la società e far partire immediatamente la denuncia nei riguardi del tentativo di combine proposto da Gianello.
Vedremo se il verdetto definitivo confermerà la durezza della pena. Speriamo soprattutto che i calciatori e la società imparino la lezione. Ed al prossimo approccio fraudolento, dopo un calcione nel fondoschiena del proponente, scrivano subite due righe alla giustizia sportiva.