Sono giorni chiave questi per Skype. Da un lato è arrivata l’offerta ufficiale da Cisco per l’acquisizione del marchio, dall’altro l’India ha dato un chiaro segnale nel non tenere sotto controllo le sole lacune di Rim per quanto concerne la possibilità di monitorare le conversazioni telefoniche.
Se con l’azienda canadese c’era stato un primo ultimatum, scaduto ieri e prorogato di sessanta giorni, al momento non si parla ancora di date in merito alla risoluzione del caso Skype. Resta il fatto che già diversi governi avevano fatto emergere la questione, visto che la piattaforma è ad oggi l’unico servizio voice che non consente un controllo delle conversazioni e che di fatto può rappresentare, potenzialmente, un’occasione d’oro per la pianificazione di atti terroristici.