Come milioni di italiani ho osservato il simpatico topino baffuto agitarsi sul palco di Sanremo senza produrre in me alcun tipo di attenzione, solo un certo diffuso fastidio per un linguaggio fisicomusicale pacchiano che non mi coinvolgeva. Un rifiuto epidermico oltreché cerebrale. Nel frattempo notavo la naturale attrazione giovanile e per lo più femminile verso il personaggio, i neuroni-specchio di ragazze attempate e non, venivano attivati dalle movenze del rattocantante, suscitando un’emulazione scomposta pressoché immediata negli arti delle varie sciagurate da me osservate. Poco male, gli ometti danzanti hanno da sempre facile presa sulle percezioni uterinomusicali del popolo rosa, niente di nuovo sotto il sole, dopo pochi secondi il caso era risolto e pensavo già ad altro. Poi il podio, di nuovo lo strano topino saltellante, la regal Mannoia ed il talentuoso Ermal Meta costretti a cedergli il passo. Ok il caso meritava maggiore attenzione.
Perché un adulto mediamente istruito non digerisce la vittoria di Gabbani? Il testo qualche messaggio lo lancia, qualche citazione la osa, in filigrana si scova una certa intelligenza. Occidentali’s Karma, scritta da Fabio Ilacqua (un tizio colto e antismartphone ritirato nel suo orto nelle campagne varesine e già autore di Amen), è figlia di letture e considerazioni bagnate di antropologia, poesia e critica sociale. Insieme alla scimmia e al topo su quel palco ballano Marx, Morris, Quasimodo e qualche parente del Dalai Lama. Un bel frullatone ma pur sempre interessante per la platea non scicchissima dell’Ariston. Allora se la canzone in qualche modo tiene, il problema qual è esattamente?
Il problema è che c’aveva ragione Steinbeck. Visto che si balla tra le citazioni allora balliamo: L’uomo è un animale che vive di abitudini, si affeziona ai luoghi e detesta i cambiamenti. A noi che abbiamo passato i quaranta, malgrado uno strenuo tentativo di flessibilità, non piace essere destabilizzati, abbiamo i nostri sentieri tracciati e gli archivi mentali in qualche modo ordinati, anche e soprattutto inconsapevolmente. Sta di fatto che il luogo steinbeckiano della canzone di Gabbani, nel nostro cervello è già abitato. Ci sono gli Elio, con etichetta Canzoni comiche e piene di parole ma intelligenti, c’è Gaber, c’è Jannacci, ma soprattutto c’è Battiato, con etichetta Canzoni anche talvolta divertenti ma profonde abbestia e non vogliamo cambiamenti o intrusioni, il personale è al completo e gli siamo affezionati.
Quando il buon Franco si agitava dinoccolato col nasone e il codino negli anni ottanta cercando il suo centro di gravità permanente o urlando cuccuruccuccù paloma con un megafono, ebbene erano pochi a sforzarsi di trovare dei messaggi nelle sue opere, la tendenza più diffusa era quella di citarlo in qualità di freak o fenomeno che faceva figo sfoggiare in quanto nuovo e incomprensibile. Per il pubblico a casa, per la pancia del paese, era solo un tipo strano che infestava i programmi musicali. Ma chi è sto cretino? Che minchia dice? Ancora?
Battiato, per un processo tipicamente italico di down-up reputation, solo dopo molti anni divenne progressivamente supercolto e poi maestro, lasciandosi dietro le pelli di insolito giullare con cinghiali bianchi e vecchie bretoni.
Il problema è dunque Francesco Gabbani nella sua persona. Il suo essere nuovo e non ancora salvato con nome, sovrapposto a solide icone già allocate. Lui irrita il nostro pensiero e il nostro ordine mentale. Non vogliamo associare messaggi di spessore alla sua insipiente presenza scenica, ci difendiamo consegnandolo alla leggerezza meritevole di nulla, insieme a tutto il festival che ha guastato.
Capiremo solo con il passare del tempo se il topino si guadagnerà i gradi per essere accolto e passare da buffone a profondo. La strada però è lunga e travagliata, parliamo di carriere pluridecennali di veri highlanders della musica che si sono difesi in battaglia con mazze e spadoni. Quindi in bocca al lupo Francesco e occhio ai tritacarne musicali odierni, continuerai a non piacermi ma almeno ho capito perché.
Intanto, caro Fabio Ilacqua, per la mia pace mentale, torna indietro nel tempo, dai quella canzone a Battiato, fagliela cantare e ballare e tutto tornerà come prima grazie.
https://twitter.com/Capsicum__/status/829450157976670208
La canzone di Sanremo è della Mannoia, della vita è di Ermal Meta, dell'ignoranza trash che pulsa nelle vene è di Gabbani #sanremo2017
— Martola_ (@Martola__) February 11, 2017
ODDIO GABBANI VINCE SANREMO MA VI PREGOOOOOOO ✈️✈️✈️✈️✈️✈️✈️✈️✈️🐒🐒🐒🐒🐒🐒🐒 #Sanremo2017
— [Righetto] (@Ri_Ghetto) February 12, 2017
Se all'Eurovision mandiamo Gabbani e Frassica travestito da scimmia non solo vinciamo, ma ci chiedono pure scusa per Fiume e la Gioconda.
— ali ❄❄ (@_rainperfume) February 12, 2017
Fortunatamente ha vinto Diodato (che comunque rispetto a questa canzone ha fatto di meglio, ma il televoto aveva fatto ancora vincere GABBANI. Come direbbe il recensore: “questo popolo bue”, ed in effetti un poco lo è…
errata corrige: guanti di velluto.
Il recensore, almeno per quanto riguarda Gabbani ha pienamente ragione anzi, ha usato “guanti di gomma”:è veramente un imbecille incapace ed il fatto di possedere un negozio di strumenti non implica che debba “cantare” per forza… Non sa farlo poichè è spesso stonato; ha un accento a dir poco irritante; assomiglia al classico impiegato del catasto con tutto il rispetto per quest’ultimo ma che per un “musicista” è deleterio; ha sempre perennemente questa faccia da scemo insulso e uscendo da questo clichè non è credibile.Continuiamo a portare avanti questi merdoni e viva l’Italia dei mediocri paraculati.
Non sono meno attempato e certamente non meno colto dello spocchioso autore di questo futile articolo (pur se amo il quadrivio e aborro il trivio). E a me Gabbani è piaciuto molto tanto l’anno scorso che a questo Sanremo. Si diverte ( non finge) e diverte senza essere nè banale ne volgare. Ed ascoltarlo è un piacere anche perchè ha una bella voce oltre ad essere un ottimo musicista con una lunga gavetta e molti meriti propri. Tra i quali quello di non avere scimmiottato altrui nei talk show e non essere figlio d’arte.
Marco, però ammettiamolo: Samuel non ha tutti i torti. Non consideriamo gli eccessi iperbolici, a mio parere voluti, sulle considerazioni del gusto musicale femminile, ma Gabbani è veramente il nulla. Sarà pure divertente, anche se per me è solo irritante, ma non ditemi che è bravo o credibile. Se dovesse vincere Sanremo anche quest’anno(2020: sto proprio aspettando mentre scrivo il risultato…)con tutte le canzoni migliori che ci sono in gara si pongono, ce ne fosse bisogno, seri dubbi sul gusto del “fruitore più o meno disattento” di Musica…
Articolo insultante verso le donne: “i neuroni-specchio di ragazze attempate e non, venivano attivati dalle movenze del rattocantante”, “gli ometti danzanti hanno da sempre facile presa sulle percezioni uterinomusicali del popolo rosa”, offensivo ed arrogante in generale! Invece d’imbrattare fogli intingendo la penna nel fiele, dall’alto della vostra immensa competenza, andate a zappare la terra, sareste molto più utili al Paese!
Ma in questo paese si riesce a scrivere una recensione che non sia solo un concentrato di velenosi strali, chiaramente improntati a odio personale, senza alcun costrutto?
Articoli che seguono tutti lo stesso schema e che mirano non solo a distruggere l’artista ma anche tutti quelli che lo apprezzano facendoli apparire “semplici” e “popolani” cosicché tutti i veri “sempliciotti” che vogliono darsi arie da intellettuali si guarderanno bene da ammettere che lo apprezzano.
Per non parlare di questa assurda tendenza tutta italiana di usare il termine “orecchiabile” in senso dispregiativo, quasi fosse indice di scarsa qualità, mentre tutte le canzoni internazionali divenute hit e classici celebri ed immortali sono appunto innanzitutto “orecchiabili”, cioè gradevoli all’udito, e hanno tutte la peculiarità di rimanere impresse nella mente ed essere facilmente canticchiate.
mh no, la canzone avrebbe fatto schifo lo stesso :) per questo il Maestro non l’avrebbe mai scritta.
” all’adulto mediamente istruito ” diciamo che sei un povero rosicone, ma non mediamente istruito, solo invidioso
Articolo inutile
Battiato non avrebbe mai cantato un testo così malamente scritto. Non confondiamo la leggerezza di certe canzoni di Battiato con il cialtronismo di Gabbani
Per me Gabbani è geniale….e a mio parere il tempo lo confermerà
Trovo l’articolo parecchio arrogantello. Cosa hai fatto te nella vita? Ma chi sei? Mi da anche fastidio sto fatto che un artista per essere legittimato debba essere necessariamente ricondotto alle vecchie glorie… a me pare una bella canzone cantanta bene, con un testo intelligente e sono felice x lui e l’autore che sia arrivata a sanremo e l’abbia pure vinto
Quanti snob snob snob…
Veramente arrogante, Sanremo è il regno delle canzonette, e forse un po’ di ritmo e di allegria almeno nella musica non dispiace in un Paese così triste afflitto da problemi ben più gravi di chi vince il festival, andate a lavorare per 1000 euro al mese e poi ne riparliamo, si credono intelligenti mi fate ridere per non piangere