All Too Well di Taylor Swift è probabilmente il singolo preferito dai fan. Altrettanto probabilmente la popstar ha scelto di trasformare questa piccola perla in uno shortfilm per ringraziare i suoi sostenitori. Circa 15 minuti intensi, silenziosi ma rumorosi, in cui Taylor Swift ci spinge dentro un universo fatto d’autunno, amore, lacrime, musica e crescita.
Taylor Swift esordisce dietro la macchina da presa e ci racconta una storia, la sua. Il brano, nella sua versione estesa di 10 minuti, è la voce fuori campo insieme alla quale si muovono i protagonisti. Lei, Sadie Sink, lui, Dylan O’Brien, entrano per la prima volta nel loro nido d’amore e la loro gioia è anche un po’ nostra. Una casa fuori città, circondata dall’arancione vivo dell’autunno. Le strutture in legno, gli alberi, i colori caldi e confortevoli. Le bevande calde, le effusioni intagliate di sorrisi e gli sguardi complici.
Quando Dylan e Sadie si trovano in situazioni conviviali insieme ad altre persone, però, lui è diverso. Lei diventa l’ingombro, un qualcosa che deve stare al suo posto per non dare troppe noie. Sadie si rabbuia, diventa sempre più nervosa e Dylan le chiede spiegazioni. I due litigano, lui le dice che discutere su certi argomenti è “ridicolo”, lei scoppia a piangere e lui fa un passo indietro. Qualcosa, però, si è rotto per sempre.
Taylor Swift divide il suo All Too Well in capitoli, per poi comparire nel finale come la versione più matura di Sadie, che in un libro ha raccontato quella storia tormentata. Il singolo, infatti, è stato il primo brano scritto per Red (2012) e la versione da 10 minuti – come dice la stessa popstar – è la versione originale.
I riferimenti alla storia con Jake Gyllenhall sono evidenti, e proprio negli anni in cui Taylor Swift ha scritto il brano quella storia era arrivata al capolinea. All Too Well di Taylor Swift è un flusso di coscienza, una liberazione e soprattutto un dolore che si evolve in arte.