A volte le catene WhatsApp possono essere utili: il referendum confermativo per il taglio dei parlamentari protagonista dell’ultimo messaggio virale sull’app di messaggistica non è affatto una bufala. Le consultazioni ci saranno effettivamente il prossimo 29 marzo e proprio se qualcuno non ha ancora segnato la data in calendario, ora dovrò farlo.
Seppur con il tono polemico relativo alla presunta disinformazione sull’argomento, proprio la nota WhatsApp in circolazione in queste ore ha appunto il merito di focalizzare l’attenzione sul referendum confermativo sul taglio dei parlamentari di scena alla fine del prossimo mese. Peccato non fornisca dettagli sulle modalità della consultazione vera e propria e sull’argomento esatto sul quale i cittadini sono chiamati alle urne. Giusto chiarire ogni aspetto della prossima tornata elettorale, per farsi dunque una propria idea in merito alle intenzioni di voto.
Per che cosa si vota il prossimo 29 marzo?
Con il referendum confermativo per il taglio dei parlamentari, gli elettori sono chiamati a dare il via o meno alla legge costituzionale concernente proprio le modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di numero ridotto di senatori e deputati. Il passaggio è necessario e fondamentale visto che in Parlamento proprio la predetta legge ha ottenuto in seconda votazione non la maggioranza assoluta, ma un numero di voti favorevoli inferiore ai due terzi dei membri di ciascuna camera. Il passaggio presso i cittadini è dunque previsto dalle nostre normative.
Scendendo più nel dettaglio, in caso di vittoria del si al referenum si darà il via definitivo alla riforma che taglia il numero dei parlamentari. Attualmente siedono ai banchi delle due camere 945 deputati complessivamente: proprio in caso di vittoria al referendum il numero di rappresentanti scenderà non poco fino a 600 totali (per l’esattezza 200 senatori e 400 deputati). Ancora, i senatori a vita non potranno essere in numero maggiore di 5 e diminuiranno anche gli eletti all’estero: i deputati saranno 8 e i senatori 4 ( prima, rispettivamente, 12 e 6).
Servirà il raggiungimento del quorum per il referendum?
La Costituzione recita: “la legge sottoposta a referendum non è promulgata se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi”. Ciò vuol dire che (in effetti) per la convalida del taglio ai parlamentati serve la semplice maggioranza dei voti validi e l’esito finale non sarà affatto dipeso dal raggiungimento di un quorum di votanti che si recheranno ai seggi. In caso di voti con il si in numero maggiore di quelli con il no, il Capo dello Stato provvederà appunto alla promulgazione della legge.
Quando e come si vota?
Come detto in precedenza, il giorno dedicato al prossimo referendum confermativo per il taglio dei parlamentari è fissato per domenica 29 marzo. Ci si potrà recare presso i seggi dalle ore 7 della mattina e fino alle ore 23. La scheda riporterà il quesito della legge costituzionale su analizzata con sole due opzioni di voto possibili, appunto quella si e quella no. Su uno dei due box, in base alla propria scelta, andrà apposta la classica crocetta con la matita consegnata ai seggi.
Lo scrutinio delle schede partirà alle ore 23, subito dopo la chiusura dei seggi. All’alba del giorno 24 marzo, insomma, sarà di certo rivelato l’esito della consultazione.