Chi non ha mai sognato di vedere una serie tv sulla Divina Commedia? Il poema allegorico-didascalico di Dante Alighieri, composto tra il 1304/07 e il 1321, è universalmente ritenuta una delle più grandi opere della letteratura di sempre, nonché uno dei componimenti italiani più conosciuti al mondo (insieme ai Promessi Sposi di Alessandro Manzoni). Odiata quanto amata dagli studenti, il testo è stato imposto come lettura obbligatoria nel sistema scolastico nostrano.
Proprio per la sua importanza a livello internazionale, la Divina Commedia ha ispirato anche l’arte contemporanea, tra teatro e alcuni grandi classici del cinema. Ricordiamo le parodie di Totò (47 morto che parla, Totò all’Inferno) e i recenti Al di là dei sogni (con Robin Williams) e Inferno, diretto da Ron Howard, a sua volta ispirato al romanzo di Dan Brown. Visto il successo al cinema, qualcuno ha pensato di adattarla anche sul piccolo schermo.
Come annuncia Deadline, Freeform è al lavoro su una serie tv sulla Divina Commedia, ma attenzione: la sua trasposizione sarà ben diversa dall’opera originale. La trama, divulgata dal rinomato sito, non raccoglierà molti consensi tra quelli che apprezzano l’universo dantesco.
Freeform Developing TV Series Reimagining of DANTE'S INFERNO https://t.co/x1V0Y0V8pK pic.twitter.com/4SaJSqwtXE
— ComicBook NOW! (@ComicBookNOW) October 29, 2019
Dante’s Inferno, questo il titolo del progetto televisivo in sviluppo alla Freeform, è descritto come una rielaborazione in chiave moderna dell’immaginario dantesco, in cui i personaggi celebri dell’opera vengono trasferiti nella Los Angeles di oggi. La storia ha per protagonista una giovane donna di none Grace Dante, profondamente delusa dalla sua vita. Divisa tra la madre tossicodipendente e il fratello problematico, la ragazza ad appena vent’anni ha dovuto abbandonare tutti i suoi sogni in cui sperava. Poi, un giorno, ogni cosa cambia e i suoi desideri iniziano a realizzarsi, come per magia: tutto comincia ad andare per il verso giusto, a partire dalla scuola, alla carriera, e perfino in ambito amoroso. Ma l’artefice di tutta questa fortuna è nient’altro che il Diavolo in persona. L’unico modo per superarlo (e liberarsene) è iniziare un lungo viaggio attraverso il suo Inferno personale.
Il progetto si prospetta ambizioso, a cominciare dal suo team creativo: Ethan Reiff e Cyrus Voris (Knightfall, Sleeper Cell) che avranno il ruolo di produttore esecutivi e sceneggiatori; Nina Fiore e John Herrera (The Handmaid’s Tale, The Purge) anche si occuperanno di produrre e scrivere il copione; e Danielle Claman Gelber (Chicago Fire, Chicago P.D., Chicago Med). Ad aiutarli nel processo produttivo ci sarà anche Studio 71 di Gelber, Michael Schreiber e Dave Devries.
La serie tv sulla Divina Commedia punta certamente a un pubblico giovanile, in linea con il target della rete via cavo di Walt Disney Comany. Questa nuova rivisitazione però è destinata a suscitare polemiche tra gli utenti italiani, che non vedono il motivo per cui un’opera così importante della letteratura debba essere interamente stravolta con una sinossi che ricorda da vicino un classico teen drama.
Noi: vogliamo una serie tv sulla divina commedia dove ogni stagione equivale alle 3 cantiche e ogni canto equivale ad una puntata.
— 𝑑𝑒𝑎𝑑 𝑔𝑖𝑟𝑙 𝑤𝑎𝑙𝑘𝑖𝑛𝑔 (@sparklessaetre) October 29, 2019
Gli americani: DIviNa 😇ComMeDiA 😂 amBienTata a LA 🤩✨🌇 GraCe DanTe 🤩pRotAGoNiSta 🙋🏻♀️ coN maMmA ToSsicA e fRateLlo ProBlEmAtiCo😞🥴
C’è chi pensa sia una fake news, chi invece la prende in maniera ironica. Se bisogna stravolgere il senso della Divina Commedia, tanto vale invertire anche i ruoli dei protagonisti. Così la Beatrice dantesca diventa un ragazzo dal nome improponibile:
A questo punto, visto che la protagonista Mary Sue della nuova serie sulla Divina Commedia si chiama Grace Dante, il protagonista maschile si chiamerà Liam Beatrice. Immagino già la descrizione: tanta menta e tanto tabacco emana l'uomo mio quand'egli altrui saluta.
— Paola. 🐍🥁🐧 (@Iperborea_) October 29, 2019
Più che incitare i giovani a rivisitare il capolavoro di Dante, la serie tv sulla Divina Commedia potrebbe invece convincerli a chiudere i libri?