Arriva la prima condanna per l’inchiesta sulla Fondiaria Sai di proprietà della famiglia Ligresti. Dopo l’arresto di tutti i membri della famiglia e la successiva scarcerazione di Giulia Ligresti, arriva anche la prima condanna. Protagonista ancora la figlia del presidente Fonsai che aveva già ottenuto il trasferimento agli arresti domiciliari. La giovane manager ha patteggiato una condanna a due anni ed otto mesi di reclusione. Una richiesta di applicazione della pena che è stata accolta dalla procura e sembra aver trovato anche il favore del tribunale che deve solo redigere il dispositivo di sentenza.
Una scelta processuale che è valsa anche uno sconto di un terzo della pena finale come previsto per gli imputati che scelgono di essere giudicati con rito alternativo rinunciando all’istruttoria dibattimentale. La figlia del fondatore, Salvatore, ha scelto quindi la strada della “collaborazione” con la magistratura o almeno di parziali ammissioni di colpa che le hanno permesso di lasciare il carcere e di risolvere presto la propria posizione processuale. Una posizione che è stata risolta anche con il pagamento di una multa di 20mila euro ma soprattutto con il sequestro di una quota dei fondi appartenenti all’imputata.
Un sequestro che per ora non è stato ancora quantificato ma che la procura vuole si aggiri intorno a diversi milioni di euro. Una scelta che però verrà presa successivamente anche se la manager è disposta anche a cedere le proprie quote pur di risolvere i propri problemi con la giustizia. Resta quindi da attendere solo il dispositivo di sentenza e, salvo un ricorso in Cassazione, la decisione dell’ufficio esecuzione della Procura Generale che stabilirà la modalità di espiazione della pena. Non sono esclusi né i domiciliari né l’affidamento ai servizi sociali.