Viaggio nel nuovo album dei Club Dogo, che ti danno un passaggio per tornare a casa (recensione)

I Club Dogo ritornano, ma non se ne sono mai andati. Ecco la nostra recensione del nuovo album

album dei club dogo

INTERAZIONI: 2

Lo hanno scritto tutti, ma è vero. Il nuovo album dei Club Dogo ti riporta a casa, se per “casa” intendiamo un universo concettualmente più esteso e non delimitato da quattro mura. Possiamo anche soffermarci soltanto sui suoni, ed è ciò che accade in piccole grandi bombe come C’era Una Volta In Italia e Nato Per Questo ma tranquilli: c’è molto di più.

CLUB DOGO (CD)
  • cd e vinili, musica, distribuito da universal music italia
  • Audio CD – Audiobook

Nei fatti, i Club Dogo sono ritornati consapevoli che la storia dovesse continuare, e anche i loro fan non si sono mai rassegnati allo standby del trio. Dopo i primi annunci sull’arrivo al Forum, era questione di tempo. Il 12 gennaio l’attesa è finita: il nuovo album dei Club Dogo riprende egregiamente un discorso interrotto dopo Non Siamo Più Quelli Di Mi Fist (2014), perfettamente in continuità temporale e tematica. Non pensano minimamente a piegarsi alle nuove tendenze, perché proprio loro tre le scrivono da 20 anni.

Dopo tanti anni, tuttavia, i tre hanno ancora tanto da dire. Lo dimostrano con la traccia d’apertura C’Era Una Volta In Italia e con la seconda Mafia Del Boom Bap. Subito capiamo che Club Dogo non è un disco che vuole fare la differenza. Club Dogo è il dizionario che consulti quando sei in difficoltà, quando non trovi la definizione, il manuale che sfogli quando non ricordi come andare avanti o quando non capisci ciò che hai di fronte. Ecco, ed è anche un disco eponimo, una scelta che di solito riguarda i primi album, gli ultimi o le raccolte. Altre volte, invece, la scelta è casuale. Qual è il caso dei Club Dogo?

Non perdiamo tempo con domande inutili. Il disco non vuole fare la differenza, dicevamo: piuttosto, Club Dogo è un disco dei Club Dogo, nient’altro. Gli stessi che infilavano un dito medio nello sfintere dei criticoni con Non Siamo Più Quelli Di Mi Fist e che oggi ritornano solamente perché a loro va bene così, piaccia o non piaccia l’idea. Ma piace, senz’altro, e anche nella scelta degli ospiti Jack, Guè e John dimostrano che il trio fa sempre una certa selezione all’ingresso. C’è Marracash in Nato Per Questo, a proposito di manuali da sfogliare. Negli anni Marra e i Club Dogo hanno davvero ricoperto un ruolo quasi istituzionale da Barona a Milano, con una nuova ondata rap che ha salvato gli anni 2000.

C’è spazio anche per Sfera Ebbasta, che certamente “lo sgrulla” al trio ma al quale va il merito di aver mantenuto accesi i riflettori sulla scena rap di Milano e hinterland pur proponendo la sua idea di trap più divisiva rispetto al classico hip hop. Lo troviamo in Milly, che in effetti è il pezzo più urban del disco. C’è anche Elodie in Soli A Milano, e per lei i Club Dogo confezionano il pezzo pop radiofonico per non disorientare l’ospite. La scelta cade su un arrangiamento synthpop con sfumature da retromania. Che no, non fanno mai male.

Come i maestri sanno fare, in ogni disco c’è il pezzo catchy. È il caso di King On The Jungle, reggae-pop da raduno in piazza e joint elevati al cielo, da raduno popolare e centro sociale, cose che appunto erano più presenti anche solo 10 anni fa e che oggi continuano sui social. C’è spazio anche per una bella scarica di rap game e spavalderia: parliamo di Frate, dove l’interlocutore viene umiliato da “una leggenda che cammina”, da un “Vallanzasca della rima”.

Nel nuovo album dei Club Dogo non c’è una nota né una parola fuori posto: un disco hip hop a tutti gli effetti di cui non spoilereremo altro. Frate, ascoltalo e impara.

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