Perché Janis Joplin viene arrestata? Per ubriachezza molesta? Atti di vandalismo? Aggressione a qualche reporter? No. La voce di Maybe ha osato mandare a quel paese un poliziotto preoccupato per un pubblico in piedi sulle seggiole durante un concerto a Tampa.
È il 15 novembre 1969. A Tampa, in Florida, è atteso il concerto di Janis Joplin, la dea bianca del blues che ha letteralmente riscritto gli anni ’60 e il movimento hippie, con quei capelli lunghi come una bellissima storia d’amore, quella voce capace di fendere anche la statua più impenetrabile e quel live act che somiglia più a una messa che a un semplice concerto. Quando Janis sale sul palco, i poliziotti sono già schierati per contenere il pubblico.
Janis si infastidisce, e dopo i primi interventi dei poliziotti cerca di porre la questione in modo educato:
“Mi ascolti, signore, sono stata a un concerto più volte di quanto ci sia mai stato lei e nessuno si è mai fatto male. Lasci che i ragazzi si divertano”.
Quel poliziotto non le dà ascolto e l’azione degli agenti si fa sempre più aspra. Arriva il momento di Summertime e il pubblico si fa sempre più presente. Un agente afferra un megafono e invita il pubblico a tornare ai propri posti. “Non fare lo stro**o“, dice Janis Joplin ormai fuori di sé. Lo stesso poliziotto chiede all’artista di invitare il pubblico a ricomporsi, ma Janis non ne vuole sapere: “Non dirò un cavolo di niente“. Il concerto prosegue, il pubblico sale in piedi su sedie e tavoli e per i proprietari e la sicurezza è troppo: qualcuno stacca la corrente e il concerto si interrompe.
Janis Joplin è una furia: individua il poliziotto col megafono e punta dritta contro di lui: “Ti prendo a calci in faccia”, gli dice, aggiungendo all’invettiva numerosi insulti conditi da un copioso turpiloquio. Poi si ritira nei camerini, ma per la legge non può passarla liscia. Janis Joplin viene arrestata per linguaggio indecente e minacce a pubblico ufficiale, e successivamente rilasciata dietro una cauzione di 540 dollari.