Era il 13 novembre 2015 quando durante il concerto degli Eagles Of Death Metal al Bataclan di Parigi un commando dell’Isis iniziò a sparare contro la folla. Tre terroristi dello Stato Islamico, dopo aver parcheggiato la loro auto in Boulevard Voltaire, entrarono armati di AK-47, bombe a mano, fucili a pompa e cinture esplosive.
In quel momento la band stava suonando Kiss The Devil, quando iniziarono le esplosioni. Al Bataclan c’erano 1500 spettatori e tutto si consumò in 8 minuti, dalle 21:40 a lle 21:48. Molti pensarono che quei colpi fossero dovuti agli effetti pirotecnici dello show, ma i tre terroristi urlarono “Allahu Akbar” mentre partivano i primi proiettili. Come si può immaginare, fu il panico. Per terra c’erano dieci vittime, una delle quali era l’addetto al merchandising della band.
Dal palco capirono tutto, e intuirono che il momento giusto per scappare era la prima ricarica. Così si mise al riparo il frontman Jesse Hughes seguito dal bassista Matt McJunkins e dal chitarrista Ed Galindo. Infine toccherà al batterista Julian Dorio e al chitarrista Dave Catching. La band così fuggì verso i camerini dove incontrarono alcuni fan che si erano rifugiati. Al Bataclan morirono circa 90 persone.
Un mese dopo gli Eagles Of Death Metal rilasciarono un’intervista a Vice e raccontarono quella terribile esperienza. Il frontman Jesse Hughes, ad esempio, spiegò di essersi trovato faccia a faccia con uno degli attentatori: “Si è girato verso di me, ha abbassato la sua arma e la canna ha colpito lo stipite della porta”.
Lucidamente, Hughes riuscì a inviare un sms a Josh Homme: “Sicuramente fu il primo a sapere cosa stesse succedendo là dentro”. La band tornò a Parigi per rendere omaggio alle vittime ed espresse il desiderio di esibirsi di nuovo al Bataclan: “I nostri amici sono andati lì per vedere il rock and roll e sono morti. Voglio tornare lì e vivere”.