Sarebbe bello immaginare cosa sarebbero stati i Pink Floyd senza Wish You Were Here. Ciò che sappiamo per certo è che loro stessi parlarono di assenza, in un moto di consapevolezza estrema che aleggiava come un fantasma in tutte le tracce del disco.
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Un fantasma che portava il nome di Syd Barrett di cui sì, abbiamo già raccontato quella spettrale incursione negli Abbey Road Studios di Londra di fronte a un Roger Waters quasi spaventato, un David Gilmour ammutolito, un Richard Wright sorpreso e un Nick Mason che non si dava spiegazioni.
Probabilmente – e qui le versioni sono discordanti – nessuno chiese a Syd come stesse, ma gli sguardi e i silenzi imbarazzati parlarono molto di più. Qualcuno riuscì a chiedergli soltanto come avesse fatto a prendere tutti quei chili, e anche sulla risposta ci sono versioni discordanti: c’è chi sostiene che Syd rispose di avere un certo quantitativo di carne congelata, c’è chi sostiene che quella domanda non gli fu mai rivolta.
C’è molto di più: Wish You Were Here dei Pink Floyd arrivò quando Waters sentiva sempre più la distanza tra le affinità che precedentemente avevano fatto da collante alla band, con l’etichetta che faceva pressioni ai quattro, soffocata dalle richieste del pubblico. The Dark Side Of The Moon era uscito solo due anni prima, e c’era tanto bisogno di qualcosa di nuovo. Sapevano, i discografici, che qualsiasi cosa fosse uscita fuori sarebbe stata una bomba. Così i 5 brani del disco vennero fuori, qualcuno era già stato scritto, qualcun altro venne fuori al momento. Shine On You Crazy Diamond non poteva che trovare il suo momento perfetto per vedere la luce, così come quel piccolo grido di libertà che era Welcome To The Machine, la bellissima Have A Cigar e lo strazio romantico della title-track, ancora oggi una canzone che renderebbe invidiosi i lentazzi acustici del grunge.
Il 12 settembre 1975 Wish You Were Here dei Pink Floyd diventò in poco tempo una lezione: come si crea un concept album, come si racconta l’assenza, come si ipnotizza il mondo intero con il dolore.