Michael Mann fa rivivere il mito di Ferrari a Venezia80 in un biopic hollywoodiano con Adam Driver (recensione)

Michael Mann racconta un annus horribilis per Enzo Ferrari nel biopic con Adam Driver: recensione del film presentato a Venezia80.

Credits photo: @01 Distribution


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Il mito di Enzo Ferrari (o meglio, il suo brand) rivive nel film di Michael Mann in concorso a Venezia80. Il regista di Heat sceglie di concentrarsi su un periodo della vita del grande imprenditore italiano in particolare.

E’ l’estate del 1957, un annus horribilis per il genio di Maranello, interpretato da uno scultoreo Adam Driver. Il figlio Dino è morto qualche mese prima, e la sua vita privata e professionale attraversa una profonda crisi. Il matrimonio con la moglie Laura (Pénelope Cruz) ha ormai raggiunto un punto di rottura totale. L’azienda, quella fondata dalla coppia dieci anni prima, rischia il fallimento. A un bivio, l’intuito di Ferrari gli dice di scommettere sull’avvincente quanto pericolosa Mille Miglia: un’unica corsa che potrebbe risollevare le sorti del suo futuro. Su tutti i fronti.

Mann racconta Enzo Ferrari sia dal lato umano – passionale e arrogante – sia dal lato professionale, usando come sfondo l’Italia degli anni Cinquanta. E’ l’occasione per dipingere uno spaccato del nostro paese, ma anche per mostrare, con tutta la crudezza e il realismo del caso, quanto possa essere pericoloso uno sport come la Formula 1. Era lo sport del momento, e il brand Ferrari attirava sempre più giovani piloti. Due di loro passeranno alla storia per il tragico incidente di Guidizzolo, dove moriranno anche nove persone (tra cui cinque bambini).

Un cast hollywoodiano al servizio di un film che esplorare la Formula 1 di allora, esplorando il lavoro dietro a una monoposto, ma che a tratti rischia di essere un po’ da telenovela. Alcune scene sugli intrallazzi tra Ferrari, la moglie Laura e l’amante Lina (Shailene Woodley), da cui ha avuto l’altro figlio Piero, anche se appartengono alla storia personale del magnate italiano, potevano essere tranquillamente eliminate.

Il film Ferrari rispecchia lo stile adrenalinico di Michael Mann, regalando sequenze spettacolari e mozzafiato delle monoposto di Formula 1. Si percepisce il lavoro dietro la pellicola, frutto di anni di ricerche da parte del regista, che si è informato sulla vita di Enzo Ferrari, frequentando posti e intervistando persone che l’hanno conosciuto.

Ecco perché il film riesce a mostrare il lato più intimo del saggio di Maranello: un uomo in apparenza freddo, definito “Saturno che divora i suoi figli” per via delle morti in cui restavano coinvolti i suoi piloti, ma che nascondeva una grande fragilità, segnata dalla scomparsa prematura del figlio – per quello promise di non piangere mai più per nessuno dei suoi piloti. Cosa che smentirà qualche decennio più tardi, con la tragica morte di Gilles Villeneuve, al quale voleva bene come un figlio. Ma questa è un’altra storia.

Dopo la presentazione a Venezia80, Ferrari uscirà nelle sale italiane il 30 novembre.

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