Rammstein accusati di abusi sessuali, gli avvocati lanciano un comunicato su Instagram

Il tribunale di Amburgo e gli avvocati di Till Lindemann rompono il silenzio sulle accuse di violenza sessuale a carico del frontman

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Ph: Kreepin Deth/Wikimedia


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Dopo le accuse rivolte da una utente contro Till Lindemann, altri membri dei Rammstein sono stati accusati di abusi sessuali. È il caso del tastierista Christian “Flake” Lorenz, che secondo alcuni articoli pubblicati su Süddeutsche Zeitung, NDR e DW avrebbe abusato di almeno due donne rispettivamente nel 1996 e nel 2002. Le modalità sarebbero state le stesse contestate a Till Lindemann: un intruglio alcolico per stordirle e poi l’approccio sessuale.

Recentemente il batterista Christoph Schneider ha rotto il silenzio con una lettera in cui si parla di presunte tensioni dovute a un progressivo allontanamento di Till Lindemann dagli altri membri della band. Il frontman, secondo Schneider, “ha creato la sua bolla con la propria gente, le proprie feste e i propri progetti”. Tuttavia, il batterista nega che ci siano stati episodi di violenza sessuale, assicurando che tutte le bottiglie sono sigillate e in piena vista degli ospiti appena aperte o le aprono loro stessi. Allo stesso tempo, Schneider condanna la colpevolizzazione delle vittime spesso ricorrente sui social quando si avanza anche un minimo sospetto di reato da parte di un personaggio famoso.

Per il momento Till Lindemann non ha rilasciato dichiarazioni, ma nella tarda serata di giovedì 20 luglio gli avvocati del frontman hanno rotto il silenzio. Sullo sfondo, un articolo pubblicato da Der Spiegel il 10 giugno lungo 6 pagine in cui alcune donne hanno testimoniato la loro esperienza durante i party riservati dei Rammstein. Lo studio legale Schertz Bergmann comunica che il tribunale di Amburgo ha invitato la rivista tedesca a ritirare l’articolo dal sito web con le seguenti motivazioni:

“Nessuna delle dichiarazioni dei testimoni, che hanno fornito le loro informazioni sotto giuramento o le hanno fornite agli autori di Der Spiegel, suggerisce che le donne ai concerti dei Rammstein siano state drogate con droghe dello stupro per compiere atti sessuali su di loro”.

Di seguito la nota completa.

“Come avvocati di Till Lindemann, diamo il seguente annuncio. Der Spiegel ha pubblicato un articolo sulla prima pagina del 10 giugno 2023 (numero 24/2023) dal titolo ‘L’Apocalisse’. Nell’articolo, Der Spiegel ha riportato le accuse di diverse donne secondo cui Till Lindemann avrebbe drogato o stordito le donne con droghe, alcol o droga da stupro durante i concerti del gruppo Rammstein per consentirgli di avere rapporti sessuali con loro.

Con un’ingiunzione del tribunale distrettuale di Amburgo del 14 luglio 2023, a Der Spiegel è stato ora vietato di alimentare il sospetto secondo il quale Till Lindemann avrebbe drogato o stordito le donne durante i concerti del gruppo Rammstein.

Il tribunale distrettuale di Amburgo ha stabilito, nelle motivazioni della decisione, che non vi sono prove sufficienti per sostenere questo grave sospetto. In particolare, afferma: ‘Nessuna dichiarazione delle testimoni, che hanno assicurato la veridicità delle loro dichiarazioni sotto giuramento, ha giustificato il sospetto che il richiedente abbia fatto ricorso a droga dello stupro, alcol o altre sostanze per favorire i rapporti sessuali con loro’.

Il riferimento alle esigue dichiarazioni sotto giuramento delle presunte testimoni è particolarmente rilevante, perché Der Spiegel ha basato la sua copertura di massa su presunti colloqui con una dozzina di donne e ha inoltre sostenuto la firma di diverse dichiarazioni sotto giuramento.

La decisione del tribunale distrettuale di Amburgo è un esempio di copertura mediatica del sospetto che è completamente fuori controllo in questi giorni sul tema del MeToo. Consapevoli del fatto che una copertura mediatica su questo argomento assicuri alte vendite e visite, i media ignorano sempre più le linee guida stabilite dalla giurisprudenza per una copertura del sospetto. Si riferiscono ripetutamente a gravi accuse, anche se sono disponibili solo dichiarazioni unilaterali e le indagini penali non sono state avviate o sono ancora in fase iniziale. Ciò porta a gravi pregiudizi e violenze contro la presunzione di innocenza imposta dalla Convenzione europea dei diritti umani (CEDU).

Se il sospetto vietato allo Spiegel è stato sollevato anche da altri media, adotteremo anche misure legali contro di loro”.