Dopo Broken By Desire To Be Heavenly Sent di Lewis Capaldi il pop contemporaneo ha un problema (recensione)

Dodici tracce tutte uguali, qual è il problema del nuovo disco di Lewis Capaldi? La nostra recensione

broken by desire to be heavenly sent di lewis capaldi

Ph: Tuomas Vitikainen/Wikimedia


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Dopo l’ennesimo ascolto di Broken By Desire To Be Heavenly Sent di Lewis Capaldi si può rimanere interdetti: c’è da capire se davvero il disco sia composto da 12 brani o se si tratta di un un’unica suite per chitarra e pianoforte. Il suo potere è la voce, perché Lewis ha davvero un talento straordinario che lo può portare a fare di meglio, ma a quanto pare ciò non è tra le sue scelte.

Diciamo “meglio” perché se tirasse fuori una sola ballatona ogni tanto, senza scadere sempre nel sofferto e tormentato con canzoni da pubblico represso allo stadio o compresso in una stanza a fissare il vuoto e a cercare una rivalsa, sarebbe una bella icona di stile. Eppure Lewis Capaldi, anche si percepisce come sincero, propone 12 brani strappalacrime che rispettano una sinusoide standardizzata: l’intro soft, la strofa e il ritornello cantato un’ottava sopra, poi l’eventuale crescendo tra riverberi e timidi apporti da altri strumenti per arrivare a quella situazione di speranza dietro l’angolo, quella che secondo gli artisti sensibili non viene percepita dall’alto.

Broken By Desire To Be Heavenly Sent di Lewis Capaldi suona come quella musica da ascoltare alla fine di un film drammatico, con immagini che mostrano personaggi inumiditi dalle temperature nordiche sotto un cielo nuvoloso e una color correction tra il blu e il bianco e nero.

Proviamo a contestualizzare: Lewis Capaldi da poco ha confessato di soffrire della sindrome di Tourette e ha ammesso che talvolta è più terribile di ciò che si pensa. In un’occasione, sul palco, ha faticato a cantare e per questo è stato “soccorso” dai suoi fan che hanno intonato il brano al posto suo. Difatti Capaldi ha raccontato che le crisi dovute alla sua sindrome si manifestano soprattutto quando fa musica, per questo ha dichiarato – mettendo in crisi un po’ tutti – che se dovesse continuare così, smetterebbe di fare dischi e concerti.

Il suo personale è tutto nel disco, da How I’m Feeling Now a The Pretender, ma c’è anche quella Wish You The Best con la quale augura alla sua ex dolce metà di farsi una buona vita lontana da lui. Cosa, questa, che suona po’ come lo sfogo di un sottone incapace di affrontare a muso duro chi lo ha fatto soffrire, o forse è soltanto gentilezza. Gli acuti di Lewis Capaldi sono dappertutto, da Any Kind Of Life (che, appunto, è una ballata) a Leave Me Slowly (che ha un po’ di ritmo e un solo di chitarra distorta, alleluja) e quando si arriva alla fine del disco si ha l’impressione di aver avuto un’allucinazione uditiva.

Ripetiamo: è la stessa canzone che dura 43 minuti o sono davvero 12 tracce? Il problema è tutto nel pop contemporaneo, dove le proposte si plasmano tra un finto soul e un finto folk. Il risultato è nella musica di Lewis Capaldi e il suo collega Ed Sheeran, entrambi rispettabilissimi e talvolta messi ingiustamente a paragone – i capelli rossi, la provenienza – ma abbastanza vicini se parliamo della nuova onda del pop insulare. Harry Styles non è totalmente fuori da questo discorso, e ci si chiede perché da quelle parti il pop contemporaneo (non chiamatelo indie, almeno voi) sia ridotto a un tale piattume tanto da offrire artisti uguali, dischi uguali e canzoni uguali.

Ciò che dispiace di Broken By Desire To Be Heavenly Sent di Lewis Capaldi è che tutto sia già stato sentito e recensito, e non bastano certamente una gran bella voce né un approccio più sensibile al mondo per giustificare scelte fondamentalmente vuote e inespressive, soprattutto monotone e che si autoriproducono.