Possono essere travisate, le parole con cui Billy Corgan ricorda Kurt Cobain. Tra i due non c’è mai stata alcuna rivalità, sebbene i Nirvana e gli Smashing Pumpkins facessero parte dello stesso emisfero alternative; eppure – come ben si dovrebbe sapere – da Seattle i primi e da Chicago i secondi hanno scritto uno dei capitoli più importanti della scena rock degli anni ’90, con tutte le sfumature del caso. Se i Nirvana erano la parte sofferta e rabbiosa, gli Smashing Pumpkins sono ancora oggi il colore più romantico del grunge. Che poi, parlare di “grunge” quando si menzionano Corgan e soci può essere riduttivo.
Di certo gli Smashing Pumpkins non hanno mai sfornato canzoni dedicate a Cobain come fecero i Red Hot Chili Peppers con Tearjerker, ma Billy Corgan ha solo parole di stima per il compianto frontman dei Nirvana. Se da una parte punta ancora in alto con la sua band – “voglio che siano i migliori della nostra generazione” – dall’altra riconosce il talento inumano di Kurt Cobain.
Lo fa, Billy Corgan, ai microfoni di Zane Lowe su Apple Music. Le sue parole:
“Ma il più talentuoso della nostra generazione è sempre stato Kurt. Faceva paura da quanto talento aveva, al livello di John Lennon o Prince, roba che ti chiedi: ma com’è possibile? Purtroppo oggi Kurt non è più qui e quindi guardandomi attorno mi sono detto che tutti gli altri li potevo battere di sicuro”.
Certamente Lennon e Prince sono esempi che darebbero una botta di autostima a Cobain, ma Corgan cita un altro fuoriclasse. Con queste parole il frontman degli Smashing Pumpkins ricorda la morte del collega:
“Quando è morto ho pianto perché avevo perso il mio avversario più forte. E io voglio battere i migliori. Non voglio vincere il campionato perché siamo solo io e un gruppo di jabroni, per usare un termine preso dal gergo del wrestling. Stiamo parlando di uno al livello di Michael Jordan, probabilmente il più grande atleta che abbia visto in vita mia”.
È risaputo e fattuale, del resto, che senza dischi come Nevermind e In Utero dei Nirvana e Siamese Dream e Mellon Collie And The Infinite Sadness oggi buona parte della scena alternativa internazionale non avrebbe uno spunto di riflessione: tra chitarre distorte, dissonanze, grida e testi a metà tra il poetico e l’ermetico, il grunge e il rock alternativo d’oltreoceano sono stati una delle lezioni più intense che la storia del rock ricordi.