Courtney Love ricorda Kurt Cobain: “Ora si trova in un posto più luminoso”

L'8 aprile 1994 il corpo di Kurt Cobain veniva rinvenuto da un elettricista nella sua villa. Ecco il pensiero di Courtney Love

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Ph: Manfred Werner/Wikimedia


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Oggi, 8 aprile 2023, Courtney Love ricorda Kurt Cobain. Non è un giorno qualunque. Come una lunga e lenta agonia, la storia della morte del compianto frontman dei Nirvana è fatta di tante tappe: la prima verso l’oblio ha luogo a Roma, quando il 27enne dagli occhi azzurri viene trasportato all’ospedale per un mix di Roipnol e champagne.

Poi c’è quel momento di tensione in casa, quando Kurt si chiude nel bagno con la pistola dopo una lite con la moglie. Poi si convince a disintossicarsi, poi fugge dalla clinica. Tante tappe di una morte lenta e preannunciata, che culmina il 5 aprile 1994 quando Kurt Cobain punta su se stesso un fucile.

Courtney è a Beverly Hills per chiudere il disco Live Through This (1994) delle Hole, e il 7 aprile viene arrestata per detenzione di sostanze stupefacenti. Da giorni non sente suo marito ed è preoccupata. Ancora non sa che Kurt è morto, ma il mondo intero lo scoprirà soltanto l’8 aprile 1994, quando Gary Smith della Veca Electrics rinviene il corpo dell’artista senza vita, riverso sul pavimento, nella sera della villa.

Oggi Courtney Love ricorda Kurt Cobain e lo fa con uno scatto firmato da Michael Stipe, frontman dei REM, che inquadra le mani del defunto marito. All’immagine, Courtney accompagna parole piene di spiritualità.

“Amo le belle mani, è la prima cosa che osservo negli altri. Amo l’unica foto di Kurt scattata da Michael Stipe, ha immortalato ogni sorta di bellezza da Helena Christensen a River Phoenix. In decine se non 100 foto stupende, Michael ha fotografato lo Shen (una parola cinese che indica ciò che c’è negli occhi, liberamente tradotto come ‘mojo’). Ma Michael ha fotografato queste mani, queste belle mani unite come quelle di un votivo, una fotografia singolare della mia fiamma gemella. È una delle poche immagini che mi fa sentire profondamente la sua mancanza. Così, so che è in un posto illuminato, più di quello in cui viviamo noi”.

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