Carolina Bubbico e il senso tantrico della sua musica

Vogliatevi bene, seguitela e se capita dalle vostre parti andatela ad ascoltare dal vivo

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In questi giorni, legittimamente, si è fatto e si continua a fare un gran parlare di Maurizio Costanzo e del suo Maurizio Costanzo Show. Si è detto dei molti personaggi famosi che dal teatro Parioli hanno spiccato il volo verso il successo, da Vittorio Sgarbi a Valerio Mastandrea, da Enzo Jachetti a Dario Vergassola, passando per Ricky Memphis e i tanti personaggi minori che per settimane, a volte anche mesi, sono stati parte delle nostre seconde serate, dal tizio che aveva fondato un proprio regno in Romagna all’uomo che era sempre felice. Tra questi, credo mai citati da nessuno, o se sono stati citati devo essermeli persi, la coppia che praticava il sesso tantrico. Due tipi bizzarri, che sulla falsa riga di alcune bislacche dichiarazione di Sting e sua moglie Trudy, dichiarazioni che vertevano sul loro fare sesso per almeno sei ore di fila, avevano iniziato a fare lezioni di sesso tantrico, a base di ritenzione dello sperma, arrivando, vado a memoria, a pubblicare manuali a riguardo per Mondadori. Ai tempi ancora non ero arrivato a Milano, altrimenti capace che uno di quei manuali lo avrei pure scritto io. No, non perché io praticassi a mia volta sesso tantrico, ma perché, una volta arrivato a Milano, per qualche tempo, sono stato un Ghost writer, cioè uno di quelli che scrive i libri che poi firmano i personaggi più o meno famosi che i libri non sanno scriverli. Tornando al sesso tantrico e ai due tipi, erano sesso ospiti del salotto di Costanzo, al punto che, tra loro e Sting, per un certo tempo l’argomento fu di dominio pubblico. Confesso che ho sempre trovato la cosa bizzarra, perché l’idea di fare sesso come fosse una maratona, ai tempi ancora non c’erano le “maratona Mentana” e la maratona era solo quella che si corre per oltre quarantadue chilometri, se non si è centroafricani per qualcosa come un numero piuttosto alto di ore, con conseguenze disastrose per il fisico, avete visto tutti le immagini di questo o quel maratoneta che arriva sfinito verso il traguardo, spesso talmente sfinito da non riuscire a superarlo anche solo a pochi metri, li stesso in terra in preda a sussulti e tremolii. Niente di piacevole, anzi,di piuttosto angosciante. Qualcosa che ha forse senso nei porno, dove la fisicità è sempre eccessiva, il sesso spesso visto come una sorta di agone sportivo, anche violento, le dimensioni eccessive di tutto, dai cazzi alle tette, a rendere bene le idee delle sproporzioni rispetto alla realtà, qualcosa quindi che forse ha senso nel porno, non certo nella vita reale. Del resto, si sa, il tempo medio di un rapporto sessuale non è tanto diverso da quello medio di lettura di un articolo online, poco sotto i trenta secondi, non fatemi poi allestire paralleli tra il fatto che un articolo medio è di circa duemila battute, uno mio mai sotto le tredicimila, non voglio certo fare il macho mentre sto dicendo che il sesso portato troppo alle lunghe, e sottolineo troppo, rischia di diventare noioso.

Col tempo i due tizi che ci insegnavano il tantra sono spariti all’orizzonte, non saprei dire se perché non più invitati da Maurizio Costanzo, che nell’orchestrare i suoi ospiti era una sorta di architetto espertissimo, di quelli che con un arco e una trave riescono a reggere un soffitto e anche un paio di piani sovrastanti, o perché, terminata la loro scia di notorietà, si sono ritrovati a dover gestire un know how non certo fondamentale per la sopravvivenza del pianeta Terra, Sting e sua moglie Trudy, che io ricordo più che altro per aver recitato in quella cagata del film Anaconda, che ho visto solo perché, vado a memoria, c’era Ice Cube, ex NWA, in una delle sue prime apparizioni cinematografiche, Dio che esistenza discutibile che avevo da ragazzo, Sting e sua moglie Trudy, dicevo, hanno serenamente ammesso di aver detto una boiata, niente ritenzione dello sperma per sei ore, niente, più che altro, rapporti sessuali protratti per tempi che, immagino, porterebbero verso un ascetismo asessuato anche un ninfomane (sul perché il termine ninfomane sia sempre declinato al femminile, una ninfomane, ci penso ora che mi sono ritrovato patriarcalmente a scriverlo al maschile, un maschile di servizio che include anche le donne, i no binary e chi più ne ha più ne metta, sarebbe da interrogarsi, forse proprio per una questione di patriarcato e per questa nostra cultura maschilistica tossica che vuole l’uomo portatore di un piacere pensato come a un regalo, le donne lì in attesa di riceverlo, mah), una cazzata detta a beneficio di microfono per far parlare, anche loro dentro quella media così simile al tempo di lettura di un articolo immagino, seppur Sting, ai tempi, fosse piuttosto fisicato (questa è un’altra cosa che non capisco, non è che essere fisicati abbia nulla a che vedere con la prestanza sessuale, suvvia, sto inanellando uno dietro l’antro stereotipi legati al sesso, e lo sto facendo, per altro, in un articolo, voi ancora non lo sapete, se non perché ve l’ho comunicato col titolo, titolo di cui per altro non sono io l’autore, ma che comunque è lì per indicare il vero argomento del mio articolo, io qui a fottermene delle parole chiave, del SEO e anche delle cinque W, fanculo al giornalismo).

Basta, l’ho portata troppo per le lunghe, esattamente come ci hanno dato a intendere Sting e Trudy, o illuso i due tizi che erano ospiti da Costanzo, sono stato al concerto che Carolina Bubbico, cantautrice salentina, polistrumentista spaventosa, nonché direttrice d’orchestra per Elodie all’ultimo Festival di Sanremo, quella che mentre dirigeva faceva anche i controcori, avete presente, sono stato al concerto che Carolina Bubbico ha tenuto al Blue Note di Milano, accompagnato sul palco da una band pazzesca, capeggiata da fratello, a sua volta cantautore, producer e polistrumentista Filippo Bubbico, alle chitarre, bassi, e all’occorrenza pianoforte, oltre che i cori, Giacomo Riggi, alle tastiere, il synth basso, le percussioni e i cori, Dario Congedo alla batteria, e le giovanissime, allieve di Carolina al Conservatorio, Aurora De Gregorio e Chiara Corallo ai cori, sono stato al concerto che Carolina Bubbico ha tenuto al Blue Note di Milano e, dovendo decidere come raccontarlo, lo sto già facendo dalla prima parola di questo articolo, ta-dan, non mi viene altro che un immenso piacere, paragonabile sì a un orgasmo, avrei certo potuto usare un paragone magari più elegante, che so?, oggi fa figo, far riferimento al cibo, ma sto a dieta, e per me il cibo oggi è più un’angoscia che un piacere, o un piacere più che trattenuto per sei ore come i tizi del tantra un piacere sottratto, lontano e irraggiungibile come la linea dell’orizzonte, mentre il concerto che Carolina Bubbico ha tenuto al Blue Note di Milano è piacere puro e assoluto, di quelli fisici, incontrollabili, definitivi. Con una capacità di spaziare tra i generi, il jazz, sicuramente, ma anche lo swing, il cantautorato pop, il funk, anche la tradizione del nostro meridione, una tenuta di palco incredibile, per la prima volta lontana dal suo pianoforte, se non in due occasioni, una durante lo show, l’altra in apertura dei bis, lì a passare dal cantare, Dio che voce incredibile, sensuale e educatissima, un talento ostentato ma mai volendo flexare, solo per portarci verso quel piacere di cui sopra, da sola e intrecciando le sue voci a quelle delle coriste, come di Riggi e suo fratello Filippo, le mani usate spesso come percussioni, quasi sempre, arrangiamenti davvero incredibili, dal mio primo concerto negli anni 80 a oggi, avrò sicuramente visto più di mille concerti, raramente ho visto uno show così bello, uno dei migliori in assoluto. Fatto che mi fa pensare che Carolina Bubbico, titolare di tre album, ultimo dei quali quel Il dono dell’ubiquità, praticamente interamente riproposto in questo show che ne porta il titolo, un nuovo singolo, proposto in scaletta, Portami a ballare, dovrebbe essere indicata come una delle nostre eccellenze in musica, fatto che, per dire, ieri al Blue Note di Milano tutti hanno ovviamente riconosciuto, probabilmente lo ritenevano anche prima, ma che dovrebbe essere fissato in alto anche nel mainstream, invece di stare a celebrare talenti farlocchi, penso ai festeggiamenti per i 30 anni di carriera di Laura Pausini. Il momento in cui alla band si è unito quel genio del basso di Federico Malaman, per dire, andrebbe passato in prima serata e fatto ascoltare a chiunque voglia intraprendere una carriera nel mondo della musica e dello spettacolo, ma, torno a parlare di sesso, non come magari qualcuno fa guardando al porno, pensando di trarre spunto per quel che poi si troverà a proporre nell’alcova, figuriamoci, proprio come si guarda a chi è titolare di un talento unico, erotismo, signori miei, non porno, piacere fisico che si protrae nel tempo, senza minimamente dare spazio a stanchezza. La presenza in sala di colleghi, di Carolina, quali Simona Molinari, un altro talento che si muove nei suoi stessi territori, Dio cosa pagherei per vederle prima o poi collaborare insieme, e Giovanni Caccamo, consci che i talenti veri vanno sostenuti, dovrebbe essere la norma, e il palco del Blue Note, locale storico, certo, ma locale, non, per dire, palco televisivo generalista, dovrebbe essere quello di RAI 1 in prima serata, non solo nel momento in cui Carolina si trova a dirigere un’orchestra, fatto che per altro attesta ulteriormente il suo talento. Ecco, ieri sera ho provato un forte e prolungato piacere, qualcosa di tantrico, e l’ho provato mentre stavo in mezzo a sconosciuti in un locale milanese, un talento assoluto, di quelli che nonostante il proprio talento assoluto non spaventano, né inibiscono verso quel piacere, Carolina Bubbico. Vogliatevi bene, seguitela e se capita dalle vostre parti andatela a ascoltare dal vivo, poi anche voi tornerete con la memoria ai due tizi che andavano ospiti da Costanzo a parlare di tantra o a Sting e Trudy che ci canzonavano dentro le interviste, anche se stavolta sarà tutto vero.

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