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Sanremo 2023, prima serata: le pagelle di Lucia e Michele Monina

I migliori: Pelù, Pooh e Coma Cose. I peggiori: Amadeus, Morandi e Ferragni

di Michele Monina
08/02/2023
INTERAZIONI: 214

INTERAZIONI: 214

PAGELLE MICHELE

AMEDEUS 4

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Amadeus a un certo punto, parlando con i vincitori dell’ultima edizione del Festival, Mahmood e Blanco, ha detto “Brividi ha scritto la storia della musica, i dati parlano chiaro”. Ecco, questa è la sua idea di musica. Questo è il modo in cui ha spostato il Festival che per circa settant’anni è stata una realtà a sé stante, in una sorta di Festivalbar, solo condito di tutte le cose brutte cui il Festival ci ha sempre regalato, da Benigni che monologa alle frasi sul girl enpowerment della valletta di turno, chiamata coconduttrice ma trattata come una valletta. Ecco, Amadeus è questo, e questo non credo stia facendo così bene alla musica, roba che, sembra strano, dovrebbe essere il cuore del Festival. Detto, questo, torno ogni anno a pensare che gli dobbiamo stare tremendamente sul cazzo per mandarci a dormire a quell’ora quando basterebbe tagliare tanti brutti momenti di televisione (come quello della creazione del profilo IG, scritto in scaletta, sì, ho la scaletta, alla faccia della sorpresona).

GIANNI MORANDI N.C.

Gianni Morandi sulla carta è un intoccabile, non perché sia parte di una qualche lobby, ma perché è Gianni Morandi, lì da sessant’anni, sempre col sorriso, simpatico, positivo (alla vecchia maniera). Per questo non lo voto, perché, lo dovessi e potessi votare, un 2 non glielo toglierebbe nessuno, perché questo entusiasmo malriposto, per dirla con il Sorrentino di Call My Agent, ha francamente rotto il cazzo.

CHIARA FERRAGNI 2

Pensati Libera. E mentre lo pensi Schiaparelli ti veste disegnandoti nuda su un abito da sera, e tu lo accompagni infilando un “non deve” al posto di un “non debba”, il tutto nel dire che il corpo della donna è sacro, e poi via una lettera alla te stessa da piccola, recitato con la stessa maestria di Lillo quando fa i video su come recitare bene su Tik Tok, giusto un filo meno divertente. Mavaffanculo, vai.

PS
Schiaparelli, se mi facessi ora un vestito alla Ferragni maniera, dovresti avere molta stoffa a disposizione per la parte dei coglioni, tipo due coglioni così.

PIERO PELÙ 10

Piero che dice al solito Amadeus che gioca a fare il finto tonto: “noi siamo la dimostrazione che la biodiversità può esistere a questo mondo” merita un Nobel, dateglielo. 

POOH con RICCARDO FOGLI 10

Cioè, cosa cazzo gli vogliamo dire a questo letterale monumento al pop italiano? Giganteschi. Come era gigantesco Stefano D’Orazio, finalmente ricordato su quel palco. Giganteschi. Ci vediamo a San Siro.

SALMO 6

Facce che prendono schiaffi, rappa. Stavolta dovrebbe essere la sua, che ha rappato in quella perla di Perdonami, “Se vado in tv poi bestemmio”, ma non ha bestemmiato. Ha però fatto ballare i novantenni che stanno sulla Costa Crociera. Non era forse il caso di mandare lì Ranieri e Al Bano, invece che i rapper?

BLANCO 2

Blanco che sbrocca perché non ha la voce negli earmonitor, cascando mentre prende a calci i fiori sul palco, simbolo di Sanremo, come fosse un punk e non quello che canta accompagnato da Michelangelo. Dio delle città e delle immensità, grazie di non farci mancare proprio niente.

PS
La soluzione alla querelle “lo facciamo cantare o no” era lì, a portata di mano, chiamare al volto Pigi Diaco e dare a lui il compito di far chiedere scusa a Blanco. Lui sa come si fa.

ANNA OXA 6,5

Di dive, in questo Festival, ce ne sono diverse, in diverse fasce d’età, da Elodie a Paola e Chiara, tanto per fare qualche nome, ma la Diva con la D maiuscola è una sola, e risponde al nome di Anna Oxa. Anna Oxa che si presenta al Festival con un brano non facile, come parte della sua ultima produzione, ma che, forte di una interpretazione di livello pro, splende come un faro nella notte ventosa di Sanremo.

GIANMARIA 5

L’idea di costruire una canzone esistenziale su un tempo Up, almeno nel ritornello, forse, ascoltate anche le canzoni che compongono il suo album, gli deve essere piaciuta parecchio. Qui l’idea del giocare sul contrasto viene proposta in un brano col ritornello lieve che però ha un ottimo gancio. Certo, la pronuncia è quel che è, ma del resto non è certo per me che fatico a capire quel che dice che sta candanto gIANMARIA, fingessi di crederlo starei mentendo

MR RAIN 6-

Il trentunenne cantautore italo-svedese che è uso scrivere solo quando piove si presenta al Festival con un brano sulla depressione. Senza mai chiamarla col suo nome, e spostando l’attenzione più su chi, soffrendone, decide di chiedere aiuto, è questa la tipologia di supereroe di cui si parla, forse con parole e toni troppi lievi, visto il tema trattato. Il coro di bambini, chiaramente, fa effetto su quel palco, a Mr Rain piace vincere facile, magari non il Festival, ma sicuramente la sua personale partita con i mesi passati. Bene per lui.

MARCO MENGONI 8,5

Mi sono trovato spesso, negli anni, a criticare Mengoni per quel suo ostinarsi a prendere quel talento che è la sua voce e la capacità di usarla e metterla a disservizio di canzoni decisamente meno interessanti del suo talento, o forse dovrei dire più esili del suo talento. Ecco, stavolta mi sembra che tutto sia esattamente dove dovrebbe essere, assolutamente a fuoco. Una bella canzone, che omaggia Dalla nella fase iniziale, e che poi mette in risalto proprio i colori emozionanti della voce del nostro. Destinato alla vittoria, anche se non si dovrebbe mai dire. Ci siamo fottuti ancora una notte di fronte a un locale, e meno male, diciamolo, una frase pronta per i meme.

ARIETE 7

Una canzone pop scritta come si deve, con uno special che più calcuttiano non si può. Una canzone d’amore che mette in risalto un po’ meno spigoli di quanto ariete non abbia fatto in passato e la mette decisamente alla prova sotto il profilo del bel canto, ma anche una canzone che allarga non di poco il suo campo di gioco, decisamente tanto mainstream quanto l’aura che mainstream l’ha resa già da giovanissima. Sicuramente una bella scoperta per il pubblico del Festival. Ma, e il cappellino?

ULTIMO 6

Ultimo torna a Sanremo rasserenato, ci hanno fatto sapere nelle settimane precedenti al Festival, che è un po’ un modo per chiudere definitivamente le vicende del “ragazzo Mahmood”, ma anche per mettere le mani avanti su quella che potrebbe suonare come un’altra vittoria annunciata. Nei fatti il brano portato in gara, Alba, è molto ultimiano, si parte piano, nei toni, piano e voce, e si cresce, Dio come si cresce, di volume, come di emozione, come di tonalità, finendo lì dove quasi si stenta che partito così in basso, poteva arrivare. Senza un ritornello vero e proprio, almeno in senso tradizionale, ma con una interpretazione che si carica sulle spalle il tutto. Rasserenato, certo, ma intenzionato a non mollare l’osso. Se posso dare un suggerimento, e dare un suggerimento a uno che ha successo può sembrare superfluo se non addirittura arrogante, io proverei a rasserenarmi davvero e provare a non essere sempre mesto e anche vagamente rabbioso, così, tanto perché a volte sorridere fa bene anche a chi ha un miliardo di stream.

COMA_COSE 9,5

I Coma_Cose, dopo il Festival di Sanremo cui hanno partecipato già sotto la longa manus amadeusiana, hanno rischiato di lasciarsi, perché sono una coppia anche nella vita privata. Ma non si sono lasciati, e ci hanno scritto su un brano che è un piccolo diamante, retto su una struttura che sembra esile ma è solida come solo le belle canzoni sanno essere, con un testo che è da imparare a memoria quando si festeggia già il primo anno insieme. Grandi, e in quanto grandi pronti a mettersi a nudo senza nascondere niente, neanche le cicatrici. Comunque sia l’addio non è una possibilità, fortunatamente.

ELODIE 9

Sono stato spesso critico nei confronti di Elodie, per la sua scelta, a mio avviso, di inseguire troppo spesso la strada più complicata, quando quella più breve era lì, a portata di mano. Stavolta tutto mi sembra messo bene a puntino, e quella frasetta, “per me le cose sono due, lacrime mie o lacrime tu”, a mio avviso, è il corrispettivo femminile e 2023 di “ti mando un vocale di dieci minuti”, destinato a restare nei secoli dei secoli. Brava. Anzi, bravissima. E qualcuno spieghi alla Ferragni come si può fare bene women enpowerment, anche la chicca della direttrice d’orchestra, la strepitosa Carolina Bubbico, che dirige e fa i controcanti (lo so, e mansplaining, ma non rompete troppo il cazzo, per me le sono due, lacrime mie o lacrime tue).

LEO GASSMANN 6,5

Artista solo in apparenza fragile, che interpretando una canzone che ha una firma così riconoscibile, parlo della cifra stilistica di Riccardo Zanotti, che l’ha scritta, riesce però a uscirne illeso, quindi ancora meno fragile di prima. La canzone, al secondo ascolto, cresce.

CUGINI DI CAMPAGNA 6

Leggi che i Cugini di Campagna non sono mai stato al Festival di Sanremo e ti sorprendi, perché sei convinto di averceli visti chissà quante volte. Poi leggi anche che la canzone l’hanno scritta Dario e Veronica de La Rappresentante di Lista, e pensi che forse ti hanno messo qualcosa nel cockail. Finalmente li senti e prima ti stupisci perché non c’è traccia di falsetto, poi perché a strofa lenta segue ritornello dance, e sì, ti dici da solo che ti hanno messo qualcosa nel cocktail, e ne ordini un altro. Psichedelici, come i loro vestiti di strasse.

GIANLUCA GRIGNANI 7,5

Un ritorno importante in un Festival di ritorni importanti, con in più una canzone intensa, che parla del suo vissuto personale, mettendo sul tavolo fatti che in genere uno preferirebbe tenere per sé. Ma Grignani non ha mai cantato indossando vestiti, e anche stavolta decide di scalfirsi pure la pelle, forse non perfettamente al top, ma comunque portando all’Ariston una secchiata di emozioni. Magari non precisissimo, ma chi se ne frega della precisione, quando c’è il cuore. Ditelo a Blanco.

OLLY 6,5

Nel Festival dell’introspezione era anche giusto che a un certo punto arrivasse un po’ di atteggiamento vagamene sfrontato (sfrontato, badate bene, non autolesionista, per quello citofonare Blanquito Baibe). Lui, certo, ha studiato molto alla scuola di Blanco, o almeno del Blanco prima che Blanco studiasse alla scuola dei Placebo e spaccasse tutto. Un po’ anche a quella di Irama. Un uso corretto dell’autotune, una bella faccia da schiaffi, insomma, una buona canzone pop, portata bene a casa.

COLLA ZIO 6

Scusate, mi rimangio quanto detto sopra, il torpore è stato definitivamente cacciato dai Colla Zio che non ci hanno solo dato dentro col funk, e anche con un po’ di cazzonaggine, ma lo hanno fatto diverdendosi e facendo divertire i presenti, di colpo tornati in vita come in certi libri di Stephen King. Saranno loro a contendersi il ruolo che nel 2022 è stato di Dargen D’Amico con Rosa Chemical, sicuramente meno provocatori, a decisamente più pane e salame.

MARA SATTEI 7

Mara Sattei arriva sul palco quando la gente normale, tra la quale mi iscrivo d’ufficio, dovrebbe essere in fase R.E.M., ma Amadeus ci odia a vuole rovinarci anche il sonno. Lei è brava, ma alle prime luci dell’alba è difficili essere lucidi, ne riparliamo la prossima volta, quando speriamo canti prima del gallo. La canzone affronta un tema come l’amore tossico, merita più attenzione di quella che gli si può concedere all’una di notte.

PAGELLE LUCIA

AMADEUS 0

Di Amadeus penso tante, molte, troppe cose, ma per ragioni legali non posso dirle.
Posso solo dire che ogni anni fa qualche gaffe, ogni anno riesce a combinare qualche danno.
Quest’anno vorrei chiedergli: era più importante il discorso della Ferragni alle undici o il discorso di chi si occupa e lavora in centri anti violenza, e quindi può dare davvero una mano? Discorso stato fatto un’ora e mezzo dopo, a mezzanotte e mezzo, un orario consono mi pare, ma d’altronde PRIORITÀ.

GIANNI MORANDI 2

Vorrei solo rappresentare questo voto con la faccia di Mattarella, quando lui dal nulla inizia a cantare l’inno d’Italia a inizio Festival, ecco quella faccia, è la mia faccia ogni volta che lo vedevo comparire sul palco.

CHIARI FERRAGNI 0

Chiara ci ha deliziati con la sua recita di quinta elementare in cui da donna privilegiata si lamenta di quanto si sente oppressa dal suo attico in city life, con i suoi bei bambini, il suo maritino, il suo splendido lavoro e come dice lei “le splendide esperienze che fa”, e ci mette difronte a un fatto, che non conoscevamo: esiste la violenza sulle donne!
Sono ancora scossa per questa notizia, non so quando mi riprenderò…

ANNA OXA 6.5

Anna Oxa è decisamente una delle voci più interessanti in gara, il suo ritorno sull’Ariston portava tantissime aspettative da parte di tutti, perché è decisamente un personaggio, l’unica a non sfilare sul red carpet, l’unica a non concedere nemmeno un intervista, e se lo può permettere, perché Anna Oxa è Anna Oxa ed è una diva e una diva può fare tutto quello che vuole.
Voce incredibile, impeccabile, ma la canzone non la valorizza, confido nella serata dei duetti.

gIANMARIA  4.5

Mostro, il titolo della canzone, mostruosa la sua esibizione di oggi. Passa tutto il tempo sul palco a leggere il gobbo, e lo comprendo, giovanissimo, agli esordi, pima volta sull’Ariston, tutto sacrosanto, ma questo non toglie che ovviamente il valore performativo cala, e questo è innegabile.

MR RAIN 5.5

Questa è una canzone molto Sanremese, con il coro con i bambini e il ritornello moralista che cerca di darti speranza. Lui è bravo, a me non dispiace, la voce è bella, il tema che ha tratto tra l’altro, overro la depressione, è un tema davvero delicato e molto interessare da portare.

Peccato che Mr. Rain non esca dal suo stato di Comfort, per chi non lo conoscesse bene, Mr Rain ripropone lo stesso stile e le stesse Melodie già proposte anni fa in canzoni come Ops, belle, ma che vanno bene una volta, poi si cambia, si evolve, troppo semplice, scontato e noioso portare lo stesso format, avrei preferto vederlo muoversi meglio, perché bravo è bravo.

MARCO MENGONI 8.5

Voce incredibile, davvero. Canzone classica da Mengoni, ma che funziona, eccome se funziona. Perché è bella, ha qualcosa da dire, e pur essendo scontata da lui, non è comunque scontata. E’ bella da sentire, è bello da vederlo cantare. Ha mostrato un fiato, un’energia e una capacità pazzesca. Per me ha vinto lui, e non parlo di mio gusto personale, ma di performace.

ARIETE 7

Sconvolta dal fatto che sia salita sul palco senza cappellino… Ma torniamo alle cose serie, lei secondo me merita, è brava, ha carisma, sa stare sul palco, è bel personaggio e non è banale. Il suo tallone d’Achille è la voce, che è il suo punto forte e anche il suo punto debole, perché diciamocelo lei non è proprio intonatissima, ma è anche questo la caratterizza, e oggi, live, sul palco dell’Ariston l’ha dimostrato, la canzone aveva molto il tocco di Calcutta, e questo poteva affossarla, ma se l’è cavata benissimo, nonostante qualche steccata. Per essere così giovane, al suo primo Sanremo tanto di cappello (quello che non portava).

ULTIMO 6

Ultimo ha una bella voce, ma stanca, i temi, le canzoni, le melodie, è tutto sempre uguale, non si smuove mai di una virgola, non vuol dire che è brutta, ma che non sorprende, non affascina, non colpisce. E mi dispiace perché vocalmente davvero non gli si può dire nulla, anche a livello tecnico. Perché nessuno che dovrebbe cambiare target, tecnica, stile, tema, insomma tutto.

COMA_COSE 9

Loro lo ammetto sono tra i miei gioielli. E hanno rispettato le mie aspettative, anzi, superate. Un’esibizione pura, autentica, commuovente, vera. Vederli lì a cantare una canzone di quel calibro, con quel testo, a raccontare la loro storia, una storia come tante, ma che ci fa sentire capiti, accolti, compresi, quasi coccolati. Il cantare spalle contro spalle, il bacio finale, i sorrisi, un’intesa reale che arricchisce ancora di più una canzone già ricca di suo. Non penso ci sia troppo altro da dire, davvero bravi.

ELODIE 8.5

Lei bellissima, nel vero senso della parola, elegante, simpatica, energica, tutta l’energia femminile su un palco. La canzone bella, rimane in testa, fa ballare, fa cantare e lei la sa portare. Sicuramente sarà una canzone che riascolterò e riascolteremo tutti, per un bel po’. Brava.

LEO GASSMANN 7

Finalmente, con grande entusiasmo posso dire bella! E dico finalmente perché purtroppo, lo ammetto, le scorse volte, sia ad Xfactor, che lo scorso Sanremo, lui mi aveva parecchio annoiata, ma finalmente ho trovato il vero Leo Gassman, con la sua personalità, il suo carisma e la sua bella voce! Devo dire che questa esibizione mi ha catturata, nonostante fossi partita prevenuta e con basse aspettative, devo assolutamente ricredermi!

I CUGINI DI CAMPAGNA N.C.

Non so bene che giudizio dare, mi sento parecchio in imbarazzo.

GIANLUCA GRIGNANI 7

Okay, innegabile non abbia fatto la migliore performance canora della sua vita, ma Grignani è Grignani ed è riuscito comunque a cavarsela, e dignitosamente. A me non solo è piaciuto, ma ho trovato molto bella anche la canzone. Concediamogli l’amozione della prima sera.

OLLY 6

Olly non è minimamente il mio genere, lo ammetto, ma non mi ha affatto dispiaciuto! E’ il suo primo Sanremo, arrivato direttamente da Sanremo giovani, ma il palco lo ha tenuto con dimestichezza, l’autotune l’ha usato bene e la canzone era piacevole da ascoltare, ancora da definire il suo totale stile personale, ma ci si può lavorare, d’altronde è giovanissimo.

COLLA ZIO 7

Sono un po’ i Ricchi e Poveri della nostra generazione. La canzone davvero niente male, la vedo già perfetta per le discoteche, per l’estate e le feste. Penso che sia una papabile hit estiva sanremese di questa stagione. Ma poi gli outfit tutti di un colore diverso, tipo winx, penso sia la cosa che ho adorato di più.

MARA SATTEI 6

Lei mi ricorda Noemi, sarà la voce, la tipologia di canzone, la melodia, non saprei cosa di preciso. Brava è brava, la voce è bella, appunto, come Noemi. Purtroppo non mi trasmette quanto dovrebbe, non riesco ad entrare totalmente in contatto con la sua canzone e godermi al 100% la sua performance. Ma è innegabile che il talento e il potenziale c’è.

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Tags: pagelle

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