Rimandato lo stop alla condivisione delle password Netflix, un pasticcio nel centro assistenza

Chi temeva già il blocco dell'account può tirare un sospiro di sollievo

condivisione password Netflix

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Qualcuno già si era davvero preoccupato dell’annuncio dello stop alla condivisione delle password Netflix annunciato nei giorni scorsi. Magari aveva già pensato di correre ai ripari con la creazione di un nuovo profilo ma ogni piano B in proposito può attendere. A differenza di quanto preannunciato, non dovrebbe esserci alcun blocco forzato degli account condivisi “illegalmente” nella stragrande maggioranza dei paesi del mondo, almeno nell’immediato. In effetti, è stata la stessa Netflix a far presente che le sue intenzioni sono altre, ammettendo di aver fatto un pasticcio per le informazioni presenti sul suo sito internet.

Cosa è successo nell’ultima settimana dunque? Un articolo del centro assistenza messo online per quale ora faceva riferimento alle modalità con le quali si sarebbe provveduto al blocco della condivisione delle password Netflix tra utenti non appartenenti allo stesso nucleo familiare. In pratica, provvedendo alla verifica dell’indirizzo IP di connessione e delle abitudini di navigazione, sarebbe stato possibile individuare un unico punto di accesso principale al servizio e dunque limitare la pratica che va contro i termini di servizio. Il giro di vite sembrava imminente, con sostanziali modifiche già entro marzo 2023, ma poi Netflix “in persona” ha chiarito che una simile strategia è in arrivo solo in determinati paesi del mondo.

Soltanto in Cile, Costa Rica e Perù si procederà davvero al blocco della condivisione delle password Netflix tra utenti non appartenenti allo stesso nucleo familiare. L’errore della piattaforma è stato appunto quello di pubblicare i futuri cambiamenti anche nei paesi che non aderiranno subito alla sperimentazione del servizio. Ciò non toglie che la nuova strategia per recuperare abbonati è prevista anche globalmente, ma probabilmente non molto presto, secondo una tabella di marcia magari variegata di paese in paese e per l’Italia (almeno al momento di questa pubblicazione) non abbiamo alcuna informazione puntuale.

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