Mentre su un balcone il conduttore osserva il cortile dopo aver raccontato lo spaccato più umile della città meneghina, Adriano Celentano chiama Alberto Angela durante la bellissima puntata di Stanotte A Milano. Il telefono del divulgatore squilla, e il display mostra il nome del Molleggiato. I due si salutano amichevolmente.
In quel momento Alberto Angela si trova in via Gluck, proprio il luogo che ha ispirato il brano Il Ragazzo Della Via Gluck con il quale Celentano ha raccontato la sua generazione e la sua vita, e che ancora oggi ha il fascino di una poesia malinconica e verista. “Là dove c’era l’erba ora c’è una città”, cantava il Molleggiato che, in una frase, ha raccontato i turbamenti di un giovane di fronte all’urbanizzazione e l’industrializzazione.
Un giorno Celentano abbandonò la sua via Gluck, e il dolore fu grandissimo. Il suo racconto al telefono con Alberto Angela: “Il dolore di abbandonare via Gluck è stato grandissimo”, e il Molleggiato ricorda un raggio di sole che colpiva quel cortile sul quale era solito camminare scalzo. Oggi, in via Gluck, c’è ancora quel ragazzo che sognava di fare il cantautore, ma non c’è più quel raggio di sole.
“Il cortile è lo stesso ma ormai è circondato dall’uomo, dall’uomo che non si accontenta più solo di imbruttire, vuole anche bombardare, impiccare i giovani se non si pettinano come vogliono i loro governi”.
Poi Celentano ricorda:
“Per me è stata una vendetta involontaria contro un destino che poi mi ha portato a raggiungere delle mete che io mai avrei immaginato. Probabilmente se fossi rimasto in via Gluck oggi sarei un idraulico, naturalmente un idraulico rock“.
Autoironico e critico, Celentano, che durante la puntata di Stanotte A Milano diventa una delle voci più autorevoli di una città che ha ancora tante storie da raccontare.