Festa di Fratelli D’Italia, Cristina D’Avena risponde alle polemiche: “Considerazioni feroci”

Dopo le polemiche per la sua partecipazione alla tre giorni di Fratelli D'Italia, Cristina D'Avena si difende sui social: "Non porto ideologie, ma musica"

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Ph: Niccolò Caranti/Wikimedia


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A poche ore dalla festa di Fratelli D’Italia, Cristina D’Avena risponde alle polemiche scoppiate sui social per la sua partecipazione al raduno di Piazza del Popolo, a Roma.

Cristina D’Avena alla festa di Fratelli D’Italia: le polemiche

Nella giornata di ieri un’indiscrezione ha acceso la miccia: Cristina D’Avena parteciperà alla tre giorni con cui Fratelli D’Italia festeggia i primi 10 anni il 15, 16 e il 17 dicembre. Questa sera la cantante e regina delle sigle dei cartoni animati salirà sul palco per cantare le sue canzoni più amate.

Perché proprio lei? Nella giornata di ieri la sorella e manager Clarissa D’Avena ha specificato che tra la cantante e il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni c’è simpatia reciproca, in quanto la leader di Fratelli d’Italia si è in passato dichiarata un’ammiratrice della voce di Occhi Di Gatto.

Quando la notizia della partecipazione al raduno è diventata di dominio pubblico, sui social è scoppiata la bufera: “Cristina D’Avena amica dei fascisti, con riferimenti alla contraddizione tra l’attivismo di Cristina D’Avena nel mondo LGBTQ+ e le posizioni del centrodestra, oltre a parodie delle sue canzoni: “Noi fasci siam così”.

La risposta alle polemiche

Nelle ultime ore Cristina D’Avena ha risposto alle polemiche con un lungo post pubblicato sui social. Sostanzialmente, la cantante ha confermato la sua partecipazione e ha condannato i commenti di insofferenza nei suoi confronti.

Le sue parole:

“Cari amici, ho letto nel pomeriggio di ieri, sul web, commenti e considerazioni feroci sulla mia partecipazione alla festa di questa sera, in Piazza del Popolo a Roma. Non credo serva spiegare come mi sia sentita; preferisco ricordare a chi mi ha giudicato, forse con un po’ troppa fretta, chi sono. Da quarant’anni canto in tutti i posti dove sono ben voluta e accolta. Nelle piazze dei paesi, nei palazzetti delle città, nei teatri, in televisione, nelle feste LGBTQ+ e anche alle Feste dell’Unità. Nei Pride e al Vaticano. E sempre e ovunque con tutto l’impegno e la gratitudine possibili. Perché le mie canzoni non desiderano altro che portare allegria e spensieratezza a chi è cresciuto con loro e a chi le canta assieme a me. Tutti, nessuno escluso. E questo non è qualunquismo, ma libertà. Stasera, come tutte le altre, non porto ideologie, ma musica. Non mi schiero e non cambio pelle all’improvviso. Ho accolto un invito per cantare, non per militare sotto una bandiera. E se posso trasformare una polemica in qualcosa di più utile, vorrei fosse – questa – un’ottima occasione per dimostrare (se mai ce ne fosse ancora bisogno) che la musica unisce, include, conforta. Ho sostenuto, e sempre sosterrò, i diritti civili e l’amore universale che dovrebbe essere alla base della crescita di ogni essere umano. Canto Pollon, i Puffi, Memole, Occhi di Gatto, Mila e Shiro…. Sono inni di leggerezza e di fantasia… e di nessuna altra natura o pretesa. Vi voglio bene”.

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