Alimentarsi in modo corretto riduce il rischio per un atleta di non riprendersi completamente dopo un infortunio. Lo sostiene il biologo nutrizionista Roberto Scrigna, ai microfoni di Gazzetta Active, spiegando il legame strettissimo che c’è tra lo sport e l’alimentazione e in particolare sull’effetto che quest’ultima ha in merito alla prevenzione e al recupero da problemi muscolari.
Ma quali sono i cibi da scegliere in caso di infortunio? Secondo il dottor Scrigna “non ci sono alimenti magici”, ma vanno valutale “le modifiche determinate dallo stop forzato sul bilancio calorico”. In seguito a un grave infortunio, che magari richiede un’intervento chirurgico, ad esempio, possono subentrare fasi acute, e dunque aumenta la richiesta energetica da parte del nostro organismo da attenuare a causa della minore mobilità. “Da un lato – spiega lo specialista – il dispendio calorico si riduce per via dell’immobilizzazione, dall’altro l’operazione chirurgica o infortuni significativi comportano un aumento del dispendio energetico per via dello stress factor, un incremento delle attività metaboliche per la riparazione della ferita”.
Va dunque trovato un equilibrio tale da consentire all’atleta il recupero completo senza però andare ad inficiare sulla sua forma fisica in seguito al periodo di inattività forzata. Si tende a settare “un apporto proteico elevato, anche tra i 2 e i 3 grammi di proteine per chilogrammo di peso” distribuite durante l’arco della giornata, in particolare durante la riabilitazione e prima di andare a dormire, ossia nel periodo in cui si favorisce la sintesi proteica.
Secondo il nutrizionista va prestata molta attenzione all’apporto di carboidrati e grassi. Tra questi ultimi vanno preferiti quelli polinsaturi come l’Omega3 soprattutto nella fase acuta dell’infortunio.
Il dottor Scrigna distingue tre fasi dell’infortunio:
- Infiammatoria: durante la quale l’alimentazione ha l’obiettivo di attenuare più possibile l’infiammazione. “Nelle prime 24 ore – sottolinea -, in particolare, il metabolismo si riduce per via di un effetto di protezione e risparmio energetico, in seguito aumenta a causa dell’iperattività del sistema immunitario e dei processi di riparazione”.
- Proliferativa: le cellule proliferano e si rimodellano. L’organismo richiede più energia e di conseguenza l’alimentazione deve seguire questo aumento.
- Riabilitativa: “il tessuto fibroso della cicatrice viene sostituito da un nuovo tessuto specializzato”. L’atleta torna ad allenarsi e di conseguenza aumenta la richiesta energetica.
La dieta post-infortunio va stabilita in base allo stress avuto dall’atleta e in base alla reazione dell’organismo. Se l’individuo ha molta fame è bene preferire cibi poco calorici, ad esempio frutta e verdura, per saziare. Al contrario, se a causa dei farmaci che si assumono c’è poco appetito, l’alimentazione deve basarsi su un’alta densità calorica perché serve più energia.
Gli integratori rappresentano un buon alleato in queste circostanze. Da preferire antinfiammatori, Omega3 e acido acetilsalicilico. Per mantenere la massa muscolare si può ricorrere alla “creatina monoidroato, con le proteine in polvere che possono rivelarsi un buon aiuto per raggiungere la quota proteica giornaliera”