Maria Carta è l’artista più importante che la Sardegna abbia mai avuto.
Non l’avevo mai incontrata e mi sarebbe piaciuto molto intervistarla, anche perché in quel periodo avevo iniziato a passare le mie estati in Sardegna e spesso mi vedevo con Andrea Parodi dei Tazenda.
Per caso mi sono imbattuto in una Domenica In dove Maria Carta diceva a Pippo Baudo che era molto malata e chiedeva di andare al Festival di Sanremo. Non fu invitata.
All’inizio di giugno 1993, Andrea Parodi mi chiese di andare all’evento, Ichnos, che Leonardo Marras stava organizzando nell’anfiteatro naturale del santuario Santu Antinu a Sedilo, vicino a Nuoro. Io stavo terminando la mia prima stagione di Roxy Bar ed ero stanco. Così dissi di no. Poi lui pronuncio le parole magiche:
“Ci sarà anche Maria Carta”
Così il 13 giugno 1993 ero a Ichnos e l’ho incontrata. Lei era felicissima, anche perché mi disse che voleva andare a Sanremo per farsi intervistare da me, perché sapeva che io facevo sempre il programma dietro le quinte. Alla fine della nostra conversazione, le ho detto che, se voleva guarire, doveva venire a Bologna e l’avrei portata alla Engel di Forlimpopoli, dove cambiandole alimentazione e con gli olii essenziali BeC l’avrebbero aiutata. Lei accettò.
Si occuparono di lei con due massaggi al giorno. Stava rifiorendo. Il problema era che d’estate tutti noi saremmo andati in Sardegna, a Porto Coda Cavallo. Così Bruno, il mio amico speciale che aveva inventato i prodotti BeC ed era anche un maestro di vita, propose di portare con noi Maria e due massaggiatori per continuare la terapia.
Così avvenne.
Abbiamo passato l’intero mese di agosto 1993 insieme. Maria venne col figlio David. Era felicissima. La portammo con mio gozzetto anche sotto l’isola di Tavolara, che lei aveva sempre visto solo dall’aereo.
Il 10 agosto, la notte di San Lorenzo, organizzammo un concerto per lei dove tornò a cantare. C’erano anche i Tazenda e Marcello Pieri. Fu un boom. La strada da Porto San Paolo a San Teodoro era bloccata per tutta la gente che voleva venire. Nella piazzetta di Porto Coda Cavallo riuscirono ad entrare “solo” 2.500 persone.
A mezzanotte riuscimmo a far suonare la sua “A Badda” in tutte le radio sella Sardegna.
Io feci poi venire anche un cameraman e con Maria andammo in vari luoghi della Sardegna facendo un documentario del suo racconto. Girammo ore e ore di materiale, in vari luoghi. Cantò l’Ave Maria nella chiesa di Saccargia. Ci portò nel suo paese Siligo, dove mi raccontò l’infanzia difficile per una ragazza bellissima e per questo invidiata da tutti. Andammo a trovare la sua madrina, a cui i genitori l’avevano affidata. Ho dovuto documentare i suoi pianti. L’ho portata a Torralba, al nuraghe sia Santu Antine, dove mi aveva raccontato che da bambina era andata in trance. E successe di nuovo. Entrò in un’altra vita e cercava la cappella del nuraghe, dove iniziò a declamare un lamento di cui, una volta rientrata in sé, non ricordava nulla. Siamo andati al pozzo di Santa Cristina e su Monte San Giovanni nel Supramonte. Lì è successa un’altra cosa magica. E io continuavo a documentare questa magia con la telecamera Betacam e tutti i discorsi tra noi con la piccola telecamera Hi8.
Verso la fine di agosto, Leonardo Marras organizzò un concerto a Cagliari e tutti i giornali scrissero che Maria Carta era rinata.
Ma l’estate era finita e ognuno ritornò nella sua casa.
Lei rifece gli esami e, miracolosamente come dissero i medici, le metastasi al fegato erano sparite e l’ultima, quella grande, si era notevolmente ridotta. Lei però trovò sul letto la valigia che aveva fatto per lasciare questa terra in seguito alla profonda delusione per essere stata abbandonata dal suo compagno e padre di suo figlio.
Decise di affidarsi nuovamente ai medici che la bombardavano di prodotti chimici.
La chiamai al Roxy Bar un paio di volte, l’ultima il giorno di Natale 1993.
Poi mi staccai da lei. Non ero certo felice della sua scelta di abbandonare gli olii essenziali che tanto bene le avevano fatto.
Il 22 settembre 1994 ero all’aeroporto di Bologna, in partenza per Alghero dove avrei participato ad un’iniziativa benefica organizzata da Andrea Parodi. Mi sono ricordato che Maria avrebbe sempre voluto portarmi al Alghero, la sua città preferita, ma mai ci eravamo andati. Così decisi di chiamarla al telefono. Mi rispose la sorella dicendomi che Maria stava molto male. Le dissi che, se si fosse svegliata, avrebbe dovuto salutarmela.
Quando l’aereo decollò per Alghero, mi servirono un bicchiere d’acqua. Era troppo freddo, così lo misi sul tavolinetto e mi addormentai, con la testa appoggiata al finestrino.
Improvvisamente fui svegliato dall’acqua che mi era caduta addosso dopo che il bicchiere, inspiegabilmente, si era rovesciato. Capii che era Maria che mi stava salutando.
Quando atterrai ad Alghero, Andrea Parodi mi disse cha lei non ‘era più. Ho controllato l’orario: era volata nell’altra dimensione proprio quando si era rovesciato il bicchiere d’acqua.
Dopo tanti anni, anche Andrea Parodi ha raggiunto Maria. Lo stesso ha fatto il mio amico Bruno. Anche la Engel ha chiuso, tuttavia i prodotti BeC Natura esistono ancora e li uso sempre. Leonardo Marras è oggi presidente della Fondazione e Maria Carta.
Io spero di avere la possibilità un giorno di immergermi nelle tante ore che ho registrato con Maria Carta in quell’estate 1993 per creare un documentario che racconti quel suo ultimo periodo di vita in questo pianeta.
Questa Favola è tratta dalla mia diretta Let’s Spend Saturday Night Together del 13.6.22.