Sulla depressione e voi maledetti che mi avete fatto guardare dentro quella fogna del Grande Fratello VIP

Marco Bellavia è stato ripetutamente bullizzato, ma in maniera violentissima, per il suo essere depresso e il Grande Fratello VIP ha contribuito a scrivere una delle pagine più brutte della nostra televisione


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Non ho mai visto una puntata del Grande Fratello Vip. Non l’ho mai vista perché non mi interessa. Perché non guardo in genere programmi che passino da un palinsesto, se non per lavoro. Perché, grazie a Dio, mi occupo di musica e non di televisione. Perché, anche, ritengo che i mali del nostro paese, quello che oggi scopriamo aver votato in maggioranza un partito che un tempo non sarebbe neanche entrato in Parlamento, siano frutto proprio della televisione commerciale, o meglio dell’uso che della televisione commerciale è stato fatto, un uso spregiudicato volto a analfebitzzare la popolazione, sostituendo metodicamente alto con basso, svendendo valori, inselvaggendoci, in una sorta di regressione allo stato lavarvale che forse ci meritavamo pure, ma che comunque abbiamo più che altro subito. Quando, grazie a Dio anche i social e i quotidiani e magazine uno può decidere di consultarli o meno con discrezione, sono incappato in qualche notizia a riguardo, ho sempre sgranato gli occhi, più per questo mio non conoscere buona parte dei VIP in gara, discorso che mi è capitato anche in altri contest del genere, da Tale e Quale Show a Ballando con le stelle, che per le cazzate che quelle notizie genericamente veicolavano. Con una buona dose di spocchia mi sono detto che un programma come quello non era fatto per me, esattamente come non è fatto per me un qualsiasi tormentone estivo, e esattamente come per i tormentoni estivi, mi sono guardato bene da averci a che fare. Solo che sono giorni che è in trend topic il nome di Marco Bellavia, e forse per stanchezza, forse perché in effetti non avevo idea di chi fosse questo personaggio finito in un programma che porta la parola VIP, cioè, in teoria, Very Important Person, nel titolo, sono andato a leggere qualche post e qualche tweet, e ho deciso, per una volta, di dire quel che penso a riguardo.

Sintetizzo la storia in poche righe, immagino la conosciate già, sia che siate tra quanti seguono il programma, un programma credo di successo, quindi magari lettori che hanno letto con fastidio le mie considerazione fin qui, sia che, come me, siate arrivati alla notizia per sfinimento, bombardati da tweet e post, e anche articoli. Marco Bellavia è stato un personaggio televisivo di un certo successo, legato al mondo dell’intrattenimento per i più piccoli. Ho capito chi fosse quando ho visto una sua foto da giovane a fianco di Cristina D’Avena, e seppur io non sia così giovane da aver mai visto un programma di Cristina D’Avena o in genere roba tipo Bim Bum Bam e simili, l’ho riconosciuto. Un personaggio di quel mondo che, come buona parte di quel mondo, col tempo è sparito di scena, ho pensato inizialmente. Succede. Del resto, sto per praticare del bullismo spiccio un un pezzo che stigmatizza il bullismo, dimostrando io una certa incoerenza, amen, in quel medesimo programma c’è gente come Patrizia Rossetti, Gegia, Wilma Goich, non è che di decaduti ce ne siano pochi. Di fatto Bellavia viene invitato al programma da Alfonso Signorini, un collega giornalista, anche se io non sono giornalista, e mai come oggi lo dico con vanto, che negli ultimi anni ha avuto un successo televisivo che non fa che confermare la mia tesi su esposta, e sin da subito, non ho idea da quanti giorni il Grande Fratello VIP sia cominciato e mi guardo bene dall’andare a informarmi a riguardo, ha dichiarato di soffrire seriamente di depressione. Ora, giorni fa leggevo il post di una fotografa del mondo dello spettacolo, Beatrice Ciuca, che col suo tipico stile sghembo sottolineava come una casa in cui si trovavano trans, omosessuali dichiarati, extracomunitari, e tutta una serie di personaggi appartenenti a minoranze discriminate dalla società sia in realtà uno dei pochi luoghi liberi in Italia, il tutto, immagino, detto con un ghigno in bocca. Il problema è che, a fronte delle tante discriminazioni cui sono stati immagino sottoposti buona parte dei concorrenti del Grande Fratello VIP, viviamo pur sempre in un paese retrogrado, che ha reso l’unicità delle persone tratti da macchietta, tanto per non lasciar passare il concetto che la televisione commerciale di quel tipo abbia un qualche merito, tutti sono macchiette, una porzione rilevante, in fatto di numeri, stiamo parlando, continuo col bullismo, di emeriti Stocazzo, ha iniziato a bullizzare platealmente e con una violenza inaudita il povero Marco. E non dico povero Marco con intenti pietistici, intendiamoci, ma proprio perché quando un branco attacca un singolo è evidente che siamo di fronte a un fatto che deve spingerci a prendere le sue difese. Tanto più se il singolo è attaccato non per mere faccende legate a strategie del programma, leggo che ci sono appunto delle strategie, seppur io fatichi a pensare che Gegia o gente del genere sappia anche solo dell’esistenza della parola strategia, ma per il suo essere depresso.

Ora, la parola depressione a volte viene trattata con ambiguità, come non accade a altre malattie, se non sporadicamente. Certo, diciamo, m’è preso un infarto per dire che siamo rimasti sorpresi, anche in maniera spaventata, di qualcosa, o diciamo che qualcosa di sbagliato è un cancro per la società, penso alla mafia, ma in genere le malattie sono malattie, anche per motivi sbagliati quali la scaramanzia uno ne parla con un certo rispetto, o meglio, parla con rispetto di chi ne soffre. La depressione invece fatica a passare per quel che è, una malattia, appunto, quindi è depresso chi non ha voglia di tornare al lavoro dopo le ferie, chi si è mollato con la tipa o il tipo, chi ha visto perdere la propria squadra del cuore. Al punto che quando poi capita di essere a confronto con la depressione vera, la malattia, appunto, la si tratta con una modalità che solo i coglioni associano alle malattie, per coglioni intendo quelli che curano i tumori con acqua e limone. Si sente parlare di depressione e ci si sente autorizzati a dire che è una faccenda di autostima, di forza interiore, di motivazioni. Come se un “dai che ce la fai” possa essere sufficiente a uscire da una malattia, ripeto, che necessita di cure mediche, oltre che di essere seguita da specialisti (certo, gli incoraggiamenti immagino non facciano mai male, ma quello restano). Ecco, Marco Bellavia è stato ripetutamente bullizzato, ma in maniera violentissima, per il suo essere depresso. Gli è stato detto che deve andare alla Neurodeliri, a dirlo la travone di cui ignoro nome e cognome, che è causa del suo male, a dirlo una iperbotulinizzata Wilma Goich, che si deve tenere i suoi problemi che non interessano a nessuno, parola più parola meno, a dirlo un ricchione col pizzetto blu e il fratello scemo di uno giustamente assai più famoso di lui. Poi c’è una ex concorrente del Grande Fratello e basta che gli ha detto che è patetico, la sorella sfigata ma col cognome brandizzato gli ha detto altre cattiverie, in un crescendo wagneriano che io cristallizzerei in Gegia, dico Gegia, intendiamoci, che lo tratta come una merda, perché, giustamente, lei è Gegia e se non può permettersi lei di trattare male qualcuno dall’alto del suo metro e cinquanta per un metro e cinquanta, direbbe Vito Catozzo, chi mai potrebbe? No, ho sbagliato tutto, non è giusto che io bullizzi chi è stato bullo, anche se la storia è piena di racconti in cui i cattivi alla fine le prendono di santa ragione, in una sorta di karma pret-a-porter. La depressione è una malattia seria, trattarla praticando il politicamente scorretto è sbagliato. Io credo, lo credo seriamente, senza paradossi, che il Grande Fratello VIP abbia contribuito con questo episodio a scrivere una delle pagine più brutte della nostra televisione. Hanno reso una malattia qualcosa di cui ridere, da stigmatizzare, pur non sapendo cosa significhi la parola stigmatizzare, emarginando e facendo violenza psicologica su chi ne soffre. Credo quindi, pur non avendo alcuna stima di Mediaset né di Signorini, che vada fatto qualcosa di serio, eclatante, così magari finisce che ci guadagnano pure. Cosa? Non lo so, non sono un autore televisivo, e anche lo fossi non regalerei certo la mia creatività a Signorini. Credo che tutti questi bulletti sfigati vadano cacciati, e cacciati per sempre dalla televisione. Non bastano le scuse tardive di Ginevra Lamborghini, non dico che serve la lapidazione, ma anche sì. Credo che vadano radiati dalla televisione, del resto chi cazzo mai vuole vedere in televisione Ciacci o Gegia, e seppur io vedrei bene una gogna pubblica o una qualche punizione medievale, credo che lo stesso dovrebbe accadere a Signorini. Ma dato per buono che Signorini è intoccabile, credo che debbano alla loro maniera, stucchevole e riprovevole, provare a mettere in maniera anche retorica una pezza alla cosa. Spiegare ai minus habens che abbiano riso di quelle battute grevi e violente cosa è la depressione, magari lasciando che a spiegarlo sia qualcuno di competente, non Carolina Marconi che dice a Ciacci che usciti di lì dovrebbero aprire una agenzia per aiutare queste persone. Credo che Marco Bellavia non debba rientrare, come leggo viene acclamato a gran voce sui social, perché farebbe solo un favore ai suoi carnefici, e ringraziassero un buon Dio quei coglioni che lo stesso Marco Bellavia sia stato a sufficienza lucido per non dar seguito tragicamente a tanta cattiveria. Credo che Mediaset dovrebbe seriamente prendere in considerazione di chiudere questi programmi, perché il ricordo che noi abbiamo oggi delle arene dove i gladiatori si facevano sbranare dai leoni non è esattamente positivo, e questo stanno facendo.

Credo infine che il pubblico, invece di reclamare o chiedere, dovrebbe semplicemente smettere di vedere una roba indegna come quella. Ingiustificabile. Avrei preferito, lo dico a scanso di retorica, continuare a non sapere chi diavolo fosse Marco Bellavia, proprio perché so per certo che no, cara Wilma Goich, non è stato lui la causa del suo male, e no, caro Charlie Gnocchi, non è sbagliato, siete voi a essere dei bulletti da quattro soldi, di quelli che speri sempre incontrino prima o poi un bullo più grosso di loro che gli faccia volare via, è una metafora, i denti di bocca.

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