Nevermind dei Nirvana non è soltanto un disco, ma una fase quasi necessaria nel percorso di formazione di chi ha vissuto l’adolescenza negli anni ’90. Il fiato adolescenziale soffia ancora, e Kurt Cobain e soci certamente non sapevano di aver scritto un manifesto adolescenziale.
Trainato da bombe atomiche come Smells Like Teen Spirit, Come As You Are, Lithium e In Bloom, il disco fu il punto di svolta della band di Seattle. Nel 1989 i Nirvana pubblicarono il loro debutto con Bleach, e tra un album e l’altro ci fu il passaggio di mano tra le pelli della batteria. Chad Channing lasciò il posto a Dave Grohl, e in quel batterista innamorato di John Bonham, Kurt Cobain e Krist Novoselic trovarono il terzo elemento perfetto.
Non solo nuovi elementi: Nevermind segnò il passaggio dei Nirvana dalla Sub Pop alla Geffen Records, e per il secondo disco la band pensò in grande: Butch Vig fu scelto come produttore, e la scelta si rivelò azzeccata.
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Non solo furia punk e approccio pop: Nevermind dei Nirvana ha un suono monumentale, certamente commerciale per i suoni limpidi, ma archetipico per tutta la scena alternativa che dal 1991 esploderà con Seattle come epicentro.
I riff di Kurt Cobain sono semplici power chord, ma in quella semplicità c’è tutto il genio che si proietta su dissonanze e sequenze mai scontate. Smells Like Teen Spirit si muove su 4 accordi, Territorial Pissings su 3, Something In The Way su appena 2, eppure stiamo parlando di un disco dall’intensità e dalla forza ancora ineguagliate.
Lo stesso Butch Vig ricorda commosso la sua collaborazione con Kurt Cobain e soci, e ancora lo appassiona riascoltare quelle bobine in cui è custodito ogni singolo elemento di un disco che ci ha accompagnato durante l’adolescenza e che, in qualche modo, non abbiamo mai smesso di ascoltare.