La vita splendida di Tiziano Ferro sbandierata ancora una volta a fini promozionali

La vita splendida è una canzone vagamente anziana, struttura molto classica, da finale di carriera, più adatta forse alla voce di Brunori che di Tiziano Ferro

Photo by commons.wikimedia.org - Pakeha

INTERAZIONI: 253

Da qualche giorno è uscito il nuovo singolo di Tiziano Ferro, La vita splendida, scritta da due firme cool della scena cantautorale italiana, Brunori SaS e Dimartino, stavolta senza Colapesce, singolo che ha lo scopo, o almeno così ci è stato presentato, di anticipare il suo nuovo album, Il mondo è nostro, atteso, si fa per dire, a novembre. In questa frase, certo piena di relative, c’è già buona parte di quello che troverete da qui fino alla fine dell’articolo che state leggendo, mi sono fatto per una volta violenza e ho fatto quello che in genere i direttori dei magazine e i quotidiani online chiedono ai loro collaboratori, infilare nella prima frase le parole chiave del pezzo, quelle che andranno poi infilate nei motori di ricerca. Così ho fatto, ci ho messo il nome di Tiziano Ferro, il titolo del singolo appena uscito, citando gli autorevoli autori, e anche quello dell’album che uscirà tra un paio di mesi. Ho fatto di più, perché ho lasciato intendere che l’idea di affidare a questo singolo il compito di anticipare l’album non deve essere stata poi così azzeccata e quindi che dire che l’album è atteso è una iperbole, perché tutta questa attesa non sembra esserci. Ora andrò, ovviamente, a sviluppare il tutto, ma fosse tutto qui, e che cazzo, sarei veramente invecchiato male.

Diciamolo subito, La vita splendida è una canzone vagamente anziana, struttura molto classica, da finale di carriera, più adatta forse alla voce di Brunori stesso che di Tiziano Ferro. Non è nulla di che, sicuramente non una canzone che indurrebbe qualcuno dubbioso a fremere per l’attesa, e infatti non ha avuto grandi riscontri. Non li ha avuti dalla critica, fatta eccezione per i soliti zerbini che leccerebbero un culo anche se fosse irto di spine, né del pubblico, che lo ha fatto proietare al quarantaseiesimo posto della classifica dei singoli, come dire lo ha bocciato in pieno. Certo, non è dai numeri che si deve capire il valore di una canzone, infatti la premessa è che la canzone in sé è bruttarella, e che non è adatta a Tizianone nostro, Tizianone che in effetti nel video sembra ancora più muscoloso del solito, salvo poi dire che è pure stata un flop, raro esempio in cui il pubblico cui un genio come Coez ha detto che non capisce un cazzo capisce qualcosa. Del resto è da tempo che Tiziano non azzecca canzoni, forse, dicono i maligni, da quando è in circolazione Shazam che becca i plagi in tempo reale. Pazienza. Quel che però non è cambiato, e che non era stato anticipato nell’incipit di questo articolo, vedi che mi piace fare le sorprese anche a discapito delle logiche SEO, è che almeno in una cosa Tiziano Ferro non è affatto cambiato, nello spiattellare fatti della sua vita privata per promuovere la propria carriera. Lo dico, si badi bene, non con l’intento di sottolineare come sia una sorta di drago del marketing, una sorta di Chiara Ferragni palestrata, ma per dire che ancora una volta ha scelto la scorciatoia del gossip, quando probabilmente sarebbe bastato lavorare con più cura al disco che deve lanciare invece di tirare fuori una canzone che sembra poggiare solo e soltanto sui nomi cool dei due autori, i già citati Brunori SaS e Dimartino. Senza voler star qui a fare un preciso excursus delle puntate precedenti, siete miei contemporanei, se state leggendo questo articolo capace che vi piaccia o vi sia piaciuto in passato Tiziano Ferro, sapete bene di cosa sto parlando, ma non c’è stato album, libro, documentario che Tiziano Ferro non abbia sfornato che non sia stato accompagnato da qualche scoop più o meno di prima mano. Una volta è stato il coming out, per altro già piuttosto noto agli addeti ai lavori, una volta la voglia di paternità, una volta il matrimonio col suo Victor, una volta la sua voglia di paternità, una volta i suoi problemi col bullismo, un’altra volta con l’alcool (sì, Tiziano ha un sacco di problemi e gli piace rendercene partecipi, l’unico che non ha mai citato in prima persona è quello con l’Agenzia delle Entrate), un’altra l’arrivo dei figli, Margherita e Andreas e adesso, proprio col lancio del nuovo singolo e dell’imminente album, eccolo lì a farci sapere che non prenderà per Margherita e Andreas il passaporto italiano perché lì non potrebbe risultare suo marito Victor come secondo padre. Intendiamoci, tutta roba seria, non si mette affatto in discussione né la veridicità di ogni singolo passaggio, anche se su alcuni passaggi enfatici del suo documentario, quello che iniziava appunto con lui a una seduta degli Alcolisti anonimi, qualche dubbio è sorto, né la sua voglia di far emergere attraverso il suo vissuto di uomo privilegiato e di successo problematiche i comuni mortali sicuramente subirebbero senza possibilità di avere spalle altrettanto larghe (e no, non sto parlando di palestra), ma che a Tiziano Ferro venga l’urgenza di raccontare i cazzi suoi solo in concomitanza con una qualche uscita commerciale, beh, questo puzza davvero di ambiguità. Non essendo un Mr Nessuno, e no, non sto facendo giochi di parole intorno alle poesie di Giorgia Soleri, Dio me ne scampi, Tiziano potrebbe serenamente parlare dei cazzi suoi quando vuole, lasciando al lancio dei singoli il compito di far circolare la sua musica, questo penso e questo scrivo. Perché altrimenti, e qui direi che La vita splendida mi supporta anche più di quanto non mi servirebbe, ci viene il dubbio, dubbio che è quasi certezza, che questo sbandierare la propria vita intima e privata sia il solo punto di forza di tutte le sue ultime uscite, ultime da oltre dieci anni a questa parte, per capirsi, tutte deboli e bollite. Detto che troviamo la faccenda del passaporto e della doppia paternità non riconosciuta dall’Italia qualcosa di aberrante, di innaturale in una coppia come Tiziano Ferro e suo marito Victor trovo ci sia appunto solo il suo usarla per meri scopi promozionali, mi piacerebbe tornare al momento in cui era la musica di Tizianone nostro a farsi notare da sola, senza bisogno di distrarci con piagnistei e selfie. Spero solo che il disco non sia tutto così, anche perché l’idea di sapere qualche altro segreto intimo del nostro a beneficio di telecamera mi metterebbe non poco a disagio, io le partite coi cantanti che mal sopporto le voglio vincere sul campo, non a tavolino.

Continua a leggere su Optimagazine.com