Vasco Rossi ricorda suo padre Carlino: le parole che vorrebbe dirgli oggi

Vasco ricorda con fierezza suo padre, Giovanni Carlo Rossi, nel giorno del suo compleanno. Ecco il suo messaggio pieno di fierezza e malinconia

vasco rossi ricorda il padre

Ph: Alessandroboraso/Wikimedia


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Una foto d’epoca, un bianco e nero segnato dal tempo ma non troppo, e tante parole: così Vasco Rossi ricorda suo padre, Carlino, nel giorno del suo compleanno.

Oggi Giovanni Carlo Rossi avrebbe compiuto 99 anni, e non c’è anno in cui il Blasco si dimentichi di celebrare il compleanno di suo padre con parole piene di affetto e malinconia. L’anno scorso, per esempio, il rocker di Zocca ha ricordato quel tragico momento in cui Carlino si spense a 56 anni, nel 1979, a seguito di un malore.

“Per me è stato il primo grande dolore. Come cadere a terra bruscamente e rialzarmi improvvisamente adulto, così scriveva Vasco il 28 luglio 2021.

Quest’anno c’è poco spazio per il dolore, che a questo giro viene soppiantato da una fierezza che Vasco condivide con i suoi fan. Suo padre era un camionista, un mestiere che lo rendeva libero di girare tutta l’Italia a bordo del suo camion. Il piccolo rocker di Zocca lo seguiva spesso, e nel post di oggi 28 luglio 2022 ricorda la prima volta in cui partecipò ai grandi viaggi di Carlino.

Vasco aveva 20 anni e probabilmente non immaginava quanto fosse particolare la vita di un camionista:

“Oggi è il compleanno di papà Carlino. Mio padre faceva il mestiere che gli piaceva e che gli dava la libertà, il camionista. Ricordo il mio primo viaggio con lui in camion. Avevo circa 20 anni.. e volevo vedere come lavorava“.

Per Vasco fu un’esperienza totalmente nuova: un lungo viaggio fino a Trento, poi il ritorno. Il tutto nella costante di 80 km orari senza soste, perché Carlino amava la puntualità. Quando Vasco salì sul suo camion, però, quel piano perfezionista venne meno.

“Erano le 3-4 di notte, salii sul camion, mi sdraiai dietro nel lettino e mi addormentai come un sasso. Mi sono svegliato solo quando eravamo già a Trento dove lui doveva caricare il porfido. Mi ricordo che a tornare giù, mio padre non si fermava mai, faceva sempre 80 all’ora sulla strada dritta e mi sembrava di impazzire. Gli chiedevo: ‘Perché non vai più forte?’, e lui mi rispondeva: ‘Io faccio 80 all’ora e non mi fermo mai. Gli altri vanno più forte e poi dopo si fermano, prendono un caffè e alla fine arrivo prima di loro’. Beh, a farlo arrivare ‘dopo’ ci pensai io. Lo facevo fermare a tutti gli autogrill che c’erano. E lui con molta pazienza si fermava”.

Infine, Vasco cerca le parole che vorrebbe rivolgere in questo momento al suo papà:

“Se potessi dire adesso qualcosa a mio padre, lo ringrazierei soprattutto per la pazienza che ha sempre avuto con me”.

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